Su 3,5 milioni di domande di cassa per Covid presentate dalle aziende il 97,3% è stato accettato, 271mila sono state respinte e 88mila sono ancora in lavorazione, 60mila delle quali presentate tra dicembre e gennaio. Il numero di pagamenti effettuati è 16,9 milioni a fronte di 17,2 milioni di domande.
I dati arrivano dall‘Inps, che sottolinea come “il numero di lavoratori coinvolti nelle domande in lavorazione non può essere determinato fino a quando non pervengono dalle aziende gli SR41, e non può essere 1,2 milioni come sostiene il quotidiano la Repubblica erroneamente sostiene, basandosi su una stima priva di metodo”.
Ieri, intanto, era scattato un allarme in scia ad alcune affermazioni di Guglielmo Loy, Presidente del CIV, il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’INPS che sorveglia l’Istituto di previdenza per conto di lavoratori e imprese. Dei 20 miliardi di disavanzo nelle casse dell’Inps “ben 15,7 miliardi sono un buco creato dalla Cig Covid, una misura straordinaria introdotta dal governo quando ha chiuso il Paese. E che però è stata anticipata da Inps attingendo ai suoi fondi. Se non viene ripianato, quando si tornerà all’ordinario l’Inps rischia di non avere le risorse, che ricordo sono frutto di contributi di imprese e lavoratori, per erogare le prestazioni. O doverle ridurre. Anche le pensioni? “E’ un’ipotesi estrema, non certo peregrina”, aveva detto intervistata da la Repubblica.
Oggi, intanto, l’Istituto di Previdenza chiarisce che “Non esiste alcun allarme per il pagamento delle pensioni e delle altre prestazioni dell’Inps che possono essere finanziati attingendo, sulla base di vari strumenti che le legge mette a disposizione, a risorse dello Stato”.
“Nel corso del 2020, si legge, il legislatore ha previsto che Inps finanziasse con proprie risorse finanziarie alcune delle misure economiche finalizzate al contrasto degli effetti economici della pandemia. Al contempo, inevitabilmente si sono registrate minori entrate contributive per effetto della contrazione delle attività produttive e del rinvio dei termini di pagamento dei contributi introdotto allo scopo di venire incontro alle esigenze finanziarie delle aziende e dei lavoratori autonomi. La stima di questi effetti è ampiamente riportata nell‘assestamento del bilancio preventivo 2020 e nel bilancio preventivo 2021, approvati dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Istituto”.
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