INPS, Reddito di Cittadinanza: cinque cose fondamentali da sapere per chiederlo

Stanno arrivando i Bonus 600 euro, come riporta trendonline.com, per i lavoratori che fanno richiesta domanda.

Sicuramente avrete sentito parlare del famoso reddito di cittadinanza, fortemente voluto ed ottenuto, dal Movimento 5 Stelle. Online, e non, ci sono tantissime informazioni in merito, ma purtroppo anche tante comunicazioni errate. Vediamo quindi di mettere assieme tutti i dettagli e di creare una sorta di linea guida utile per tutti coloro che vogliono documentarsi su questa tematica. Andremo ad analizzare, in particolar modo, cinque punti molto importanti che probabilmente in pochi conoscono.

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Intanto, vediamo che cos’è questo reddito di cittadinanza e quali sono i requisiti richiesti per poterne usufruire.

Cos’è il reddito di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza (introdotto con decreto – legge 28 gennaio 2019, n°4) è una una somma di denaro che viene erogato ad una determinata fascia di popolazione con gravi difficoltà economiche. E’ dunque un sostegno, un aiuto economico mensile, per le famiglie e per le persone con un reddito più basso della soglia di povertà. In cambio, quest’ultime, devono impegnarsi nella ricerca di un lavoro e nel seguire corsi di formazione nel proprio Comune di residenza. Nel caso si rifiuti di seguire i corsi offerti dal Centro per l’Impiego, il rischio è quello di perdere tale beneficio. Non si deve però pensare che, il reddito di cittadinanza, sia un contributo economico a sostegno di chi non ha voglia di lavorare. È bensì un aiuto limitato nel tempo affinché, il soggetto in questione, non ritornerà ad essere economicamente indipendente.

È un aiuto richiedibile anche se si è già in pensione, o meglio, se si dispone di una pensione al di sotto della soglia minima è possibile farne richiesta. Verranno eseguiti tutti i conteggi, e se ritenuti idonei, la somma verrà integrata alla pensione. Nel caso in cui, tutti i componenti del nucleo familiare abbiano 67 anni o più, il Reddito di cittadinanza assume il nome di Pensione di Cittadinanza (PdC)

Il reddito di cittadinanza ha quindi lo scopo di contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale.

Vediamo ora, qui di seguito, i cinque punti sopra menzionati.

Reddito di cittadinanza: soglie di reddito.
Non tutte le richieste per il reddito di cittadinanza vengono accettate. È fondamentale rientrare in determinanti parametri per ottenere tale supporto economico e sono:

Bisogna essere un cittadino italiano o europeo o comunque un lungo soggiornante. Bisogna, obbligatoriamente, risiedere in Italia da almeno 10 anni e, in modo continuativo, negli ultimi due.
L’Isee (indicatore di situazione economica equivalente) deve, tassativamente, essere aggiornato e non superare i 9.360 euro l’anno. Se il vostro Isee risulterà essere superiore a questa cifra, non verrete considerati persone bisognose di un aiuto economico, e quindi, in grado di provvedere economicamente a se stessi ed in modo del tutto autonomo.
Se possedete la prima casa di proprietà va bene, non è un problema. Se però possedete anche un secondo patrimonio immobiliare, quest’ultimo non deve superare il valore di 30.000 euro.
Anche il patrimonio mobiliare verrà esaminato e preso in considerazione. Per i single, il patrimonio mobiliare, non deve superare i 6.000 euro, cifra che può variare in base al nucleo familiare o, in caso ci siano, uno o più componenti con disabilità. Le cifre sono: 1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo, 5.000 euro in più per ogni componente con disabilità e 7.500 euro in più ogni disabilità grave o non autosufficiente.
Autoveicoli immatricolati per la prima volta nei 6 mesi precedenti la richiesta del reddito di cittadinanza, o autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc. Non è nemmeno possibile avere dei motoveicoli superiori a 250 cc immatricolati la prima volta nei 2 anni precedenti. Sono ovviamente esclusi veicoli, come auto e moto, soggetti ad agevolazioni fiscali e quindi destinati alle persone con disabilità
Fate però attenzione a quello che, invece, non dovete comunicare all’Inps. Non per chissà quale magheggio, semplicemente perché non è richiesto da quest’ultimo e quindi, non determinante ai fini di una risposta positiva o negativa che sia.

Non vanno comunicati:

Redditi derivanti da attività socialmente utili.
Tirocini formativi e/o di orientamento.
Servizio civile.
Contratti di prestazione occasionale.
Libretto di famiglia.

Reddito di cittadinanza: fedina penale.
Non verrebbe da pensarlo ma, prima di ritenere idonea o meno una persona, vengono fatte le opportune verifiche. Il richiedente infatti, non deve essere sottoposto a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida dell’arresto o di fermo. La stessa cosa vale nel caso in cui il soggetto sia condannato in via definitiva nei 10 anni precedenti alla richiesta per i delitti previsti dagli articoli: 270-bis, 280, 289-bis, 416-bis, 416-ter, 422, 640-bis del codice penale.

Reddito di cittadinanza: decurtazione.
Questo è un punto importante e va tenuto ben a mente. L’Inps, con il Messaggio n°2975 del 28 luglio 2020, ha ben illustrato tutte le modalità di decurtazione del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza che verranno attuate a partire dal meglio di luglio 2020. Si procederà con due tipologie di decurtazione, e cioè: mensile o semestrale. La decurtazione mensile avviene quando il beneficio economico non viene speso completamente, o prelevato, nel corso del mese successivo all’accredito. Quindi, in casi come questo, nella mensilità successiva, si manifesterà una decurtazione massima pari al 20%.

Altra faccenda invece per la decurtazione semestrale. In questo caso, quest’ultima, avviene direttamente nella disponibilità della carta del reddito di cittadinanza e, viene cioè sottratto, l’ammontare complessivo non speso e quindi, non prelevato, nel corso del semestre appena passato. Tutto questo però, fatta eccezione per una mensilità di beneficio ed al netto degli arretrati erogati nel corso degli ultimi sei mesi. La verifica del saldo disponibile sulla carta avviene l’ultimo giorno di ciascun mese. Questa decisione vien ben dichiarata nel Decreto emanato lo scorso 2 marzo 2020 dal Ministro del lavoro e delle Politiche sociali in accordo con il Ministro dell’Economia e delle Finanze. Il suddetto Decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n°136 del 30 giugno 2020, ed illustra le “Tempistiche per la fruizione del beneficio economico spettante ai nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza”.

Se vi state chiedendo chi comunicherà questi dati all’Inps, la risposta è molto semplice: le Poste Italiane. A partire dal mese di luglio 2020, Poste Italiane provvederà a comunicare tali informazioni all’Inps, in modo che quest’ultimo abbia tutti i dati necessari per valutare ogni singola situazione. L’Inps avrà come dato ultimo l’importo del saldo dell’ultimo giorno del mese precedente di ogni singolo beneficiario.

Reddito di cittadinanza: lavoro.
Se vi state chiedendo se si può lavorare pur mantenendo il beneficio mensile del reddito di cittadinanza, la risposta e: si, può farlo! Anzi, ci sono notizie parecchio interessanti. Le aziende che assumono un beneficiario del RdC nei primi 18 mesi di fruizione, ottengono un contributo, cioè un esonero contributivo, pari alla differenza tra i 18 mesi ed i mesi già fruiti dal beneficiario. Il suddetto contributo non è inferiore a 5 mesi ed equivale a 780 euro mensili. Nel caso in cui il RdC venga rinnovato, l’incentivo per le imprese è fissato in 5 mesi. Nel caso avvenga una variazione di questo tipo, deve essere tutto comunicato tempestivamente all’Inps. Ad ogni modo, avrete ben 30 giorni di tempo per dichiarare la vostra nuova situazione.

Reddito di cittadinanza: rinnovo a settembre.
Settembre sarà un mese complicato e molto intenso, non solo per i possessori del suddetto beneficio economico, ma anche per i Caf e per i Centri per l’Impiego. Per quale motivo? Molto semplice: il 30 settembre, per molti beneficiari, scadranno i 18 mesi canonici previsti dal Decreto 4/2019. Questo significa che dovrà essere presentata nuovamente la domanda di richiesta ai Caf e, molto probabilmente, sarà previsto uno stop per 3 precettori su 10. Questo riguarda tutti coloro che stanno percependo il reddito di cittadinanza dallo scorso aprile 2019. Un ulteriore dato importante riguarda le tempistiche: coloro che risulteranno nuovamente idonei, dovranno aspettare – apparentemente – un mese per il nuovo riaccredito. In realtà però, non sarà così. La domanda dovrà essere presentata a distanza di un mese, e cioè, a fine ottobre. Se poi però calcoliamo che, l’Inps dovrà ricontrollare ogni singola richiesta, va da se immaginare che tutto slitterà quasi a fine novembre.