Il reddito di cittadinanza finisce nuovamente sotto i riflettori dopo che già nei mesi scorsi si era parlato di una possibile, come riporta trendonline.com, riforma del sussidio tanto voluto dal Movimento 5 Stelle.
Reddito di cittadinanza da riformare
Il problema di fondo è che questa misura che ha preso il via ad aprile dello scorso anno, non funziona come dovrebbe.
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Diversi i problemi che sono venuti a galla nell’ultimo anno e mezzo, dall’assegnazione del beneficio ai non aventi diritto, alla scarsità di risultati prodotti sul fronte del lavoro.
Necessaria quindi una revisione del reddito di cittadinanza con l’obiettivo di migliorarlo e renderlo sempre più efficace come strumento di lotta alla povertà.
Reddito di cittadinanza: Inps, uno strumento importante e decisivo
A puntare in questa direzione è anche l’Inps che ieri per voce del suo presidente, Pasquale Tridico, ha evidenziato la necessità di una correzione della misura voluta dal Movimento 5 Stelle.
Il numero uno dell’ente previdenziale ha presentato ieri alla Camera dei Deputati il rapporto sull’attività dell’Inps nel 2019.
Nel corso della presentazione è stato dedicato un capitolo anche al reddito di cittadinanza al quale lo stesso Tridico ha contribuito e non poco nella fase di ideazione dello stesso.
Il presidente dell’Inps ha difeso il sussidio come valido strumento di contrasto alla povertà, spiegando che ha avuto un impatto decisivo in tal senso.
Nel rapporto presentato ieri vine spiegato infatti che il reddito di cittadinanza “ha ridotto il coefficiente di Gini, che misura le disuguaglianze tra le persone, di 0,7 punti percentuali.
Si tratta della maggior riduzione negli ultimi dieci anni: l’intensità della povertà si è ridotta di circa 6 punti percentuali, dal 39% al 33% circa, con un trasferimento netto, di oltre 7 miliardi, che grazie al reddito è andato verso il decimo più povero della distribuzione”.
Reddito di cittadinanza da migliorare. Ecco la ricetta dell’Inps
Insieme alla difesa del reddito di cittadinanza, il presidente dell’Inps non ha mancato di evidenziare alcuni punti di debolezza, proponendo al contempo dei possibili interventi al fine di migliorarlo.
L’Inps suggerisce così di puntare alla semplificazione dei requisiti e al conseguente allargamento della platea dei potenziali beneficiari.
Nel dettaglio si dovrebbero allentare i requisiti patrimoniali in modo da raggiungere realmente i più bisognosi, ossia le famiglie più povere per le quali il reddito di cittadinanza sarebbe vitale.
In vista di un potenziale ampliamento della platea dei beneficiari, le strade da seguire sarebbero essenzialmente.
Una è quella di aumentare le risorse a disposizione del reddito di cittadinanza, ma questa appare poco percorribile visti gli ingenti stanziamenti già destinati alla misura.
Reddito di cittadinanza: Inps, modifica importo e scala equivalenza
L’alternativa è quella quindi di rimodulare l’importo base, con una riduzione quindi dello stesso che avrebbe anche l’effetto di incentivare maggiormente la ricerca del lavoro.
Tra le proposte suggerite dall’Inps c’è quella di modificare l’attuale scala di equivalenza che penalizza le famiglie più numerose.
Uno degli interventi potrebbe anche riguardare secondo l’Inps l’allentamento dei requisiti relativi agli anni di residenza necessari per l’acceso al reddito di cittadinanza da parte degli extracomunitari.
Un altro intervento per migliorare il reddito di cittadinanza è relativo ad un affinamento dei controlli per evitare che il sussidio finisca nelle mani sbagliate, ossia di coloro che non avrebbero diritto.
Con riferimento ai beni e ai redditi non dichiarati, a detta di Tridico si può intervenire su questo versante solo attraverso azioni investigative e repressive che esulano dalle competenze dell’Inps ed eventuale attraverso interventi legislativi più incisivi.
Secondo l’ente previdenziale guidato da Pasquale Tridico, “Con l’insieme di queste correzioni si potrebbe superare (o attenuare) la gran parte dei limiti dell’attuale intervento”.