Come più volte spiegato da noi di QuiFinanza, il Reddito di cittadinanza ha una decorrenza di 18 mesi, come riporta quifinanza.it, termine di scadenza da calcolare a partire dalla data di presentazione della domanda. Passati questi mesi, il beneficio decade.
Settembre, un mese particolare per l’RdC
Per questo motivo settembre è un mese molto particolare, perché è l’ultimo di beneficio dell’indennità per chi ha fatto richiesta nel mese di marzo 2019. Per tutte queste persone, il Reddito di cittadinanza infatti scade alla fine di settembre 2020. Tuttavia, l’RdC può essere rinnovato ma solo dopo averlo sospeso per un periodo di un mese prima del rinnovo.
Con il mese di agosto si è registrato, rispetto a gennaio 2020, un incremento dei nuclei beneficiari di Reddito di cittadinanza di oltre il 25%, e un aumento del 21% del numero di persone coinvolte. Sono cioè sempre di più le famiglie italiane che vivono grazie a questo sostegno Inps.
Il problema però è che, ad oggi, chi aveva fatto domanda per il Reddito ad aprile 2019 e aveva come data di versamento il 25 settembre 2020 non ha ricevuto ancora nulla nella stragrande maggioranza dei casi.
Perché a settembre non ci sarà nessun taglio del Reddito di cittadinanza
Che sta succedendo? Perché l’RdC di settembre non è ancora stato pagato? Dopo un errore interno che lo stesso Inps ha definito “tecnico”, l’Istituto – finito nella bufera anche per via del presunto aumento di stipendio retroattivo deciso in favore del presidente Pasquale Tridico in piena pandemia – è stato costretto a ritirare i pagamenti già effettuati e ritardare tutti gli altri perché aveva sbagliato gli importi.
A seguito della prima applicazione del calcolo relativo alla decurtazione stabilita, infatti, è emersa l’esistenza di alcune tipologie di modalità di spesa che richiedono un ulteriore affinamento del meccanismo di calcolo, ha spiegato l’Inps. Pertanto, l’Istituto ha deciso di annullare le decurtazioni e le disposizioni di questo mese, che saranno inviate a Poste italiane per intero.
La norma approvata il 30 giugno 2020 prevede che ciò che avanza del Reddito di cittadinanza e non viene speso o prelevato dai beneficiari venga tagliato fino ad un massimo del 20% nel mese successivo. Inoltre, viene introdotto anche un taglio con cadenza semestrale per la parte che eccede l’importo mensile del’RdC. La decurtazione semestrale partirà però solo da febbraio 2021.
Reddito di cittadinanza, quando il pagamento di settembre
Quando arriverà dunque l’RdC per i beneficiari che hanno presentato domanda ad aprile 2019? Finalmente dovrebbe partire proprio oggi lunedì 28 settembre. Come sempre, se non ci sono ulteriori ritardi o problemi, dopo le ore 14.
Ricordiamo a tutti coloro che fossero interessati che il rinnovo del Reddito di cittadinanza, dopo la scadenza dei 18 mesi, è subordinato all’invio di una nuova domanda, necessaria anche al fine di attestare il mantenimento dei requisiti per la percezione della prestazione economica. Per la domanda serve presentare il modello Isee aggiornato al 2020 e il modulo SR180.
Come cambia il Reddito di cittadinanza
Come vi abbiamo anticipato, dopo aver annunciato la fine di Quota 100, il premier Giuseppe Conte ha detto anche di voler cambiare il sistema del Reddito di cittadinanza, che, per quanto sia stato smentito che viene erogato a 1,4 milioni di evasori fiscali, “in questo modo non può continuare a funzionare”.
Secondo il premier, così com’è la misura-simbolo voluta dal M5s per contrastare la povertà “rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità”. Per questo, ha chiesto alla ministra dell’Innovazione Paola Pisano di istituire una task force che si occupi di creare un sistema informatico unico e nazionale che aiuti i disoccupati a trovare un lavoro, e le aziende a trovare le persone che lo cercano.
Un sistema operativo in grado di funzionare con efficacia e di rendere più difficile, quasi impossibile, rifiutare il lavoro. Tutto entro sei mesi: cioè il nuovo sistema, nell’auspicio del premier, dovrebbe essere operativo già a marzo 2021.
Ad oggi, infatti, i navigator che avrebbero dovuto aiutare i percettori di Rdc a trovare lavoro sono riusciti a formalizzare solo 220.048 offerte formative oppure di lavoro. Un numero assai esiguo rispetto alla platea di 1,23 milioni di persone tenute al Patto di servizio.