Pasquale Tridico nominato Presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha indicato quali sono al momento i limiti dello strumento e i margini d’intervento per raggiungere una platea più ampia di beneficiari che ne hanno effettivamente bisogno.
In base ai dati emersi nella relazione compiuta tra febbraio e giugno a causa della pandemia, il Paese ha perso più 400mila occupati dipendenti e quasi 100 indipendenti(dalla relazione di ottobre ), 1,4 milioni di nuclei familiari e 3,4 milioni di individui hanno fruito del Reddito di cittadinanza, con un importo mensile superiore a 500 euro.
La misura ha avuto un impatto decisivo, secondo l’istituto, in quanto “ha ridotto il coefficiente di Gini, che misura le disuguaglianze tra le persone, di 0,7 punti percentuali. Si tratta della maggior riduzione negli ultimi dieci anni. L’intensità della povertà si è ridotta di circa 6 punti percentuali, da 39% al 33% circa. Il dato più importante è il trasferimento netto, oltre 7 miliardi, che grazie al RdC va verso il decimo più povero della distribuzione. Per questi beneficiari, il saldo tra tasse pagate e benefici ricevuti, che prima del RdC era nullo, oggi è pari a -20%”.
Secondo l’Inps e secondo quanto anticipato dallo stesso Tridico bisogna allentare i requisiti patrimoniali, in modo da poter garantire tale servizio a chi davvero ne ha bisogno.
Bisognerebbe:
-semplificare i requisiti di partecipazione, così garantendo un potenziale numero di beneficiari così come già avvenuto durante la fase emergente del Covid-2019,ed inoltre
-occorrerà anche affrontare la redistribuzione delle erogazioni in riferimento alla numerosità familiare. Tuttavia, questo intervento non potrà prescindere dalla possibile riforma dell’assegno unico, per evitare di ricreare altre sperequazioni tra nuclei familiari bisognosi di sostegno. Con l’insieme di queste correzioni si potrebbe superare (o attenuare) la gran parte dei limiti dell’attuale intervento”.
-per migliorare l’efficacia dell’indennità bisognerebbe secondo Tridico puntare l’attenzione verso un miglioramento dei controlli, attraverso anche un incrocio delle banche dati delle Pubbliche amministrazioni. “Al fine di evitare che finisca nelle mani di soggetti che non ne avrebbero diritto, l’Inps collabora quotidianamente con le autorità di controllo per verificare false dichiarazioni ed eventuali indebiti”.
-verso le frodi che vedono redditi e i beni non dichiarati “si può solo intervenire attraverso azioni investigative e repressive, che esulano dalle competenze dell’Istituto, ed eventualmente attraverso interventi legislativi più incisivi”, ha spiegato Tridico.
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