INPS, tutto quello che cambia da ottobre: dal Pin agli aumenti per babysitter e badanti

A partire da oggi, cominciano una serie di importanti cambiamenti per aziende e famiglie. Dalla Pec obbligatoria per le imprese al nuovo contratto per babysitter e badanti, passando per lo storico abbandono del Pin per accedere ai servizi INPS: ecco nel dettaglio cosa si dovranno attendere i cittadini.

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L’8 settembre è stato rinnovato il contratto nazionale di colf e badanti: a partire da gennaio, ci saranno 12 euro lordi in più in busta paga per la categoria base (ossia le badanti a tempo pieno di persone autosufficienti). Il contratto durerà fino a fine 2022. In realtà, la vera novità non riguarda tanto gli aumenti (di fatto un recupero dell’inflazione), quanto il welfare: per la prima volta infatti un contratto nazionale offrirà forme di welfare anche per la parte datoriale, ovvero le famiglie, oltre che per il lavoratore. Il contributo di fatto raddoppia: già con il vecchio contratto, per ogni ora lavorata venivano versati 3 centesimi (due dalla famiglia e uno dal lavoratore), che servivano a finanziare prestazioni di vario tipo per colf e badanti, in larga parte sull’aspetto dell’assistenza sanitaria. Ora raddoppia a 6 centesimi: 4 versati dalla famiglia e 2 dal lavoratore. Di questi 6, 5 andranno a finanziare forme di assistenza per colf e badanti e 1 andrà a creare una forma di assicurazione per il datore di lavoro riguardo il rischio di non autosufficienza.

La seconda novità riguarda l’abbandono del Pin per accedere ai servizi INPS. Di fatto, entro il 28 febbraio 2021 è previsto che l’accesso a tutti i servizi digitali della Pubblica Amministrazione avvenga tramite identità digitale Spid o Carta d’Identità Elettronica. A partire dal 1 ottobre, l’INPS non rilascerà più il Pin come credenziale di accesso ai propri servizi: lo Spid diventa di fatto l’unico modo per accedere ai servizi online della Pa e per accedere ad alcuni incentivi messi in campo dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

Il Dl Semplificazion di luglio, ha previsto che, a partire dal 1 ottobre 2020, “tutte le imprese, già costituite in forma societaria, comunichino al registro delle imprese il proprio domicilio digitale, se non hanno già provveduto a tale adempimento”. Il domicilio digitale a cui si riferisce l’articolo è la Pec, ossia la mail certificata con valore legale. Entro il 1 ottobre 2020 dunque tutte le aziende dovranno averne una e a quelle sprovviste sarà fornita una d’ufficio, pur con il pagamento di una sanzione da 206 a 2064 euro. Per le imprese individuali, le sanzioni vanno dai 30 ai 1548 euro, anche se non è prevista una data entro cui comunicarla al proprio Ordine.

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