Sono giornate sempre più difficili per l’Unione Europa e il suo rapporto con gli Stati in maggior difficoltà come l’Italia. Motivo per cui si sono ventilate sempree di più ipotesi di abbandono da parte dell’Italia sia dell’Unione Europea che dell’Euro. Ma, secondo alcuni esperti, proprio quest’ultimo aspetto andrebbe incontro a un ostacolo tecnico piuttosto difficile da sormontare.
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Analizzando i flussi del Target2, ossia i flussi delle transazioni monetarie che avvengono nell’Unione Europea, a fine marzo 2018 la Germania aveva un credito di 900 miliardi di euro, mentre l’Italia un debito di circa 450 miliardi. Come spiegato da Mario Draghi, qualora uno Stato volesse abbandonare l’euro sistema, dovrebbe prima regolare la situazione all’interno del Target2: l’Italia dovrebbe quindi versare alla Banca Centrale Europea il debiito meno la percentuale di debito proporzionata al capitale della BCE posseduto dall’Italia, pari a circa il 14%. Saldare questo debito, denominato in euro, emettendo lire non pare un’idea buona: ciò farebbe aumentare l’offerta di moneta, quindi ne diminuirebbe il valore, con il debito nominale che continuerebbe ad aumentare. Chi ha sperimentato questa strada in passato si è ritrovato in situazioni a dir poco disastrose.
Per la BCE è tra l’altro fondamentale assicurare l’ordinato ed efficace funzionamento dei sistemi di pagamento e altre infrastrutture di mercato, al fine di preservare la stabilità finanziaria in Europa. Target2, in questo senso, si presenta come un mattone fondamentale per l’integrazione finanziaria nell’UE, perché permette alla moneta di fluire liberamente attraverso i confini, sostenendo l’attuazione della politica monetaria della BCE. Il debito, però, non è un problema rimanendo nell’area Euro: i crediti, infatti, sono inesigibili, anche perché altrimenti il valore nominale dell’Euro non sarebbe più lo stesso nei singoli Paesi, facendo crollare l’unione monetaria.
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Dal 2013, i titoli di Stato con scadenza superiore a un anno presentano le cosiddette Clausole di Azione Collettiva: esse prevedono la necessità di ottenere l’ok da una maggioranza qualificate dei possessori di un bond per effettuare modifiche alle condizioni contrattuali. Tra queste sono comprese anche la moneta con. cui si pagano gli interessi e si rimborsa il titolo.
Tutti questi motivi, insomma, illustrano che un’uscita dalla zona euro sarebbe un vero e proprio suicidio per l’Italia.