Nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre alle porte del paese di San Benedetto dei Marsi, in provincia de L’Aquila, è stata uccisa “Amarena” l’orsa, chiamata così per la sua passione per le ciliegie e diventata simbolo dell’Abruzzo. Dalla ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Avezzano, un unico colpo sparato da un 56enne del luogo, è stato decisivo per colpirla mortalmente. Lo sdegno per l’accaduto è stato nazionale, ed il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini che confina con il Parco Nazionale d’Abruzzo, ha espresso in una nota la sua vicinanza ai colleghi dell’Ente abruzzese. “L’uccisione dell’orsa Amarena in Abruzzo, -si legge nel comunicato- ci colpisce profondamente non solo perché si tratta di un fatto grave in sé, ma anche perché Amarena era un’orsa particolarmente importante essendo una femmina in età fertile, prolifica, con due piccoli al seguito ed era quindi una risorsa incommensurabile per la piccolissima popolazione di orsi marsicani, unica al mondo. Il danno non è stato fatto solo al Parco Nazionale d’Abruzzo ma anche a tutti quelli che sostengono la conservazione della natura, fra cui tutte le aree protette dell’Appennino centrale. Il personale del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini si sente particolarmente vicino ai colleghi abruzzesi anche per le strette attività di collaborazione da anni sostenute in favore dell’orso marsicano, sia attraverso azioni specifiche sia attraverso il monitoraggio congiunto che il Parco dei Monti Simbruini attua all’interno della Rete Laziale di Monitoraggio dell’Orso marsicano insieme con la Rete abruzzese. Il Parco dei Monti Simbruini aderisce inoltre da oltre un decennio al PATOM (Piano di Azione nazionale per l’Orso marsicano) e condivide le azioni di conservazione di una specie fra le più rappresentative dell’ambiente appenninico, sia per comunanza di intenti sia per la oggettiva vicinanza territoriale fra la nostra area protetta e il Parco Nazionale di Abruzzo. Il Commissario Straordinario del Parco dei Monti Simbruini Alberto Foppoli condanna l’atto che è stato perpetrato considerandolo frutto di atavica ignoranza – “Nel manifestare tutta la nostra vicinanza al Presidente, al Direttore e agli operatori del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, vogliamo ricordare Amarena nelle immagini di pochi giorni fa quando attraversava senza alcun comportamento aggressivo il paese di San Sebastiano dei Marsi con al seguito i suoi due orsetti, sotto lo sguardo rispettoso dei presenti. Gli orsi marsicani sono patrimonio inestimabile dell’Appennino, solo permettendo loro di ampliare il loro territorio la popolazione potrà salvarsi. Già stiamo rilevando la presenza di orsi nel Lazio, nel reatino come nel comprensorio dei Monti Simbruini Ernici. Dobbiamo tutti collaborare affinché si sperimenti una nuova convivenza fra animali e uomini. Siamo tutti testimoni e custodi di una popolazione di orsi unica al mondo, abbiamo l’unica opportunità di salvarla e lasciarla in eredità alle generazioni future, non dobbiamo perdere questa occasione”. L’esemplare era madre di due cuccioli, e proprio il destino dei piccoli, ora senza una guida, preoccupa non solo il personale del parco ma anche le associazioni animaliste. I piccoli di orso generalmente rimangono almeno un anno e mezzo con la mamma, non sono quindi ancora autosufficienti. La zona in cui i due cuccioli sono stati individuati è un tratto di campagna, non lontano dal luogo in cui si è verificata la morte di Amarena.