La prefazione dell’opera è stata curata da Marina Pratici, mentre la postfazione porta la firma di Cinzia Baldazzi
Nunzio Buono è probabilmente uno degli ultimi latori di una forma d’arte che oggi è in via d’estinzione, ma che non ha rinunciato a combattere per la propria sopravvivenza
Nasce il 24 giugno 1960 a Milano, città dove tutt’ora vive e lavora. Si occupa di sistemi informativi presso le sedi della Provincia.
Scrittore particolarmente prolifico, amante della pittura e della musica, nella serata dello scorso 6 luglio, presso il locale “Lettere Caffè”, ha presentato la sua ultima silloge poetica, dal titolo “Voli a matita (dicotomie quotidiane)” pubblicata da Edizioni Helicon.
La prefazione dell’opera è stata curata da Marina Pratici, mentre la postfazione porta la firma di Cinzia Baldazzi.
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La recensione
Un libro che in maniera inconsueta trasporta i lettori in una dimensione esistenziale e filosofica scandita unicamente da scatti emozionali del vivere, del pensare e dell’amare, senza alcuna pretesa, ma con l’impudicizia di disegnare paesaggi poetici di grande spessore intellettuale.
Le liriche di Nunzio Buono sono raffinate, gentili, a tratti docili, ma violentemente impattanti, figlie di un amore desueto, atavico, che solo cantori illuminati, come l’autore milanese, sono in grado di decifrare e tramandare. Limpida, priva di futili orpelli lessicali, la silloge rifiuta in maniera categorica il ruolo di scritto pletorico, preferendo un inquadramento meno prolisso e più avvezzo alla ieraticità linguistica ed artistica, espressa comunque con geniale, quanto disarmante, semplicità.
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Lo scopo ultimo di questa preziosa antologia, è proprio quello di rivestire un solenne ed umile ruolo ancillare, affinché quegli ardori intrisi di suggestiva essenzialità, espressi attraverso un’affascinante varietà di versi, possano penetrare nei cuori dei lettori, con pregevole ed infinita intensità.
Nell’abbondare di intriganti sinestesie ed acute metafore, l’autore si conferma ancora una volta come uno dei poeti più abili per quanto concerne la sfera tecnico-metrica delle proprie opere, tratto che lo pone di diritto una spanna sopra molti dei suoi colleghi contemporanei, senza tralasciare la spiccata originalità stilistica con cui egli approccia alla stesura di ogni singolo componimento.
Lì, dove nulla è lasciato al caso, dove la creatività diviene sposa di una tradizione scrittoria quasi secolare. Nunzio Buono è probabilmente uno degli ultimi latori di una forma d’arte che oggi è in via d’estinzione, ma che non ha rinunciato a combattere per la propria sopravvivenza.
Pubblicato su “I FATTI area metropolitana” edizione di Settembre 2018
I FATTI SETTEMBRE 2018 – PAG. 15
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