La barriera trattieni plastica è stata rimossa, il Tevere torna a inquinare

La plastica che finisce nei fiumi, se non viene intercettata in tempo, finisce per disperdersi nei mari, frammentandosi e trasformandosi in microplastiche che vanno a contaminare l’ecosistema marino. Per arginare questo problema, nel 2023 la Regione Lazio ha lanciato un progetto ambizioso: le barriere raccogli-rifiuti. Con un investimento di centinaia di migliaia di euro, queste strutture sono state installate nei principali corsi d’acqua della regione, come il Tevere e l’Aniene, offrendo una difesa contro i rifiuti galleggianti. Tuttavia, proprio mentre il progetto sta divenendo un esempio virtuoso da replicare, si è verificato un colpo di scena inatteso.

La Capitaneria di Porto, lo scorso 7 gennaio ha disposto la rimozione della barriera raccogli-plastica situata alla foce del Tevere, a Fiumicino. La decisione della Capitaneria è la conseguenza della volontà della Castalia Consorzio Stabile, l’azienda che aveva gestito il sistema di raccolta.

Grandi risultati

La barriera di Fiumicino era stata concepita come parte del progetto pilota per contrastare l’inquinamento da plastica nei fiumi romani. Grazie a queste strutture, in grado di bloccare i rifiuti prima che raggiungessero il mare, la Regione Lazio sembrava aver imboccato la strada giusta per affrontare un problema ambientale cronico. Nei primi mesi di attività, la barriera aveva raccolto circa 1.700 chilogrammi di rifiuti, risultati che avevano portato a estendere l’iniziativa ad altri corsi d’acqua come l’Aniene e il Garigliano.

Più di 10 tonnellate di plastica trattenute e raccolte

Nel 2020, con un finanziamento di oltre 200.000 euro, la barriera sull’Aniene è stata resa permanente e ha permesso di raccogliere 10 tonnellate di rifiuti entro il 2021. Nel frattempo, una terza barriera è stata installata sul Garigliano, intercettando oltre 10 tonnellate di plastica entro il 2022 grazie a un investimento totale di 530.000 euro.

Un passo indietro

Questi successi avevano attirato l’attenzione di esperti e associazioni ambientaliste, come Marevivo, che avevano riconosciuto l’efficacia delle barriere nel prevenire la trasformazione dei rifiuti in microplastiche. Malgrado però i risultati tangibili, il progetto rischia di interrompersi. La rimozione della barriera a Fiumicino rappresenta un brutto passo indietro dagli effetti deleteri, suscitando preoccupazione tra coloro che avevano contribuito a sviluppare queste soluzioni.

L’annuncio di un nuovo bando

La Regione Lazio aveva annunciato un nuovo bando con un finanziamento di circa 500.000 euro per il 2025 e ulteriori risorse per il 2026, ma il futuro delle barriere rimane incerto. Senza queste strutture, il Tevere e l’Aniene tornano a essere soggetti ai rifiuti plastici, che raggiungeranno i mari.

Il rammarico di chi ha voluto questo progetto

Cristiana Avenali, responsabile regionale per i contratti di fiume e promotrice del progetto, ha espresso il proprio disappunto. “Spero che questa rimozione sia dovuta solo a questioni tecniche legate alle gare d’appalto. Il rischio che l’intero progetto venga abbandonato proprio ora è reale”. Le associazioni ambientaliste lanciano un appello: “La Regione Lazio ha dimostrato che è possibile coniugare tecnologia e sostenibilità per proteggere i fiumi. Abbandonare questo lavoro sarebbe un errore irreparabile”.

Il problema ora, non è solo ripristinare le barriere, ma garantire la continuità di soluzioni innovative che possano resistere alle pressioni politiche e burocratiche. Il Tevere, l’Aniene e gli altri corsi d’acqua del Lazio meritano di essere liberati dalla plastica. La lotta contro l’inquinamento non può fermarsi proprio adesso che una risposta concreta sembrava finalmente acquisita.

Foto fortuneita.com

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