La seconda Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo
Si è conclusa il 24 giugno a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione, la seconda Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo. La Conferenza della Cooperazione e dello Sviluppo è stata organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e dall’AICS, Associazione Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo. In questa intensa ‘due giorni’, tra il 23 e il 24, presenti i maggiori attori che operano nel settore in rappresentanza di ONG, Organizzazioni Non Governative e personalità politiche di rilievo, numerosi sono stati gli interventi, a testimoniare come non mai in questo periodo pieno di contraddizioni e incertezze, come il dibattito sulla Cooperazione sia un argomento di grande attualità.
Vecchie e nuove classificazioni dei paesi
In tempi passati si faceva una distinzione tra ‘paesi sviluppati’, ovvero paesi dalla florida economia, nei quali oltre l’alto benessere di cui godevano i loro cittadini, un altro indicatore positivo era quello della diffusione della cultura, della partecipazione alla vita democratica e alla diffusione delle pratiche civili e i ’paesi sottosviluppati’, nei quali oltre la povertà economica e i disagi subiti dalla popolazione, si accompagnava anche una visione di parte ‘tutta occidentale’, nel voler definire negativamente orientamenti culturali non appartenenti ‘all’orizzonte occidentale’. Oggi la dizione di ‘paese sottosviluppato’ si è modificata in ‘paese in via di sviluppo, e molti parametri di giudizio nei confronti di altre culture non occidentali sono caduti, attribuendo anche alla Cooperazione e Sviluppo Economico una funzione diversa tesa alla valorizzazione della cultura di questi paesi, di cui si valorizzano anche le proprie risorse umane, affinché siano essi stessi gli artefici del loro sviluppo.
La cooperazione allo sviluppo non solo come crescita economica
La cooperazione allo sviluppo è una forma di collaborazione che avviene tra gli Stati e anche tra gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, che si prefigge lo sviluppo del sistema globale, in particolare di quelle aree considerate più deboli, la cooperazione non è quindi concentrata sulla semplice crescita economica ma comprende una vasta gamma di fattori di sviluppo come ad esempio la nutrizione, l’istruzione, la sanità, la sicurezza.
La cooperazione allo sviluppo e la politica estera in Italia
In Italia la cooperazione allo sviluppo è parte integrante della politica estera italiana ed è gestita dalla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. In Italia per coordinare più efficacemente gli interventi di cooperazione allo sviluppo nel 2014 è stata istituita l’AICS, Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo, che ha sede a Roma, ha una sede decentrata a Firenze e 18 sedi estere per gestire le sue iniziative nei paesi in cui opera. L’importante funzione dell’AICS è quella di coordinare gli interventi dei diversi attori della cooperazione pubblici e privati, per promuovere azioni più coerenti, con maggiore impatto e maggiore efficacia. Con questa nuova visione le amministrazioni dello stato, le Università, tutto il mondo no profit, dalle organizzazioni non governative alle fondazioni private, dalle associazioni create nei paesi con la collaborazione di enti locali le cosiddette ‘diaspore’, al mondo della finanza etica e del commercio equo e solidale sono gli attori che lavorano insieme per la nuova cooperazione.
La parola ai protagonisti
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto, all’Auditorium della Conciliazione, alla sessione inaugurale della seconda Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo, pronunciando un discorso in cui ha sottolineato che con la guerra in corso lo sviluppo ha subito un improvviso arresto perché solo le condizioni di stabilità e pace sono le basi per una crescita, accusando la Russia di inopportune ambizioni di potenza a cui è necessario rispondere in maniera decisa, unitaria e concorde. ” Sono lieto di porgere oggi il mio saluto alla Seconda Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo, un appuntamento previsto dalla legge sul Sistema Italiano di Cooperazione per favorire la partecipazione dei nostri concittadini alla definizione delle politiche in questo settore e per riflettere sulle attività realizzate e sulle prospettive da sviluppare ulteriormente. Sono trascorsi quattro anni dalla prima edizione di questo evento. Il contesto in cui avviene l’incontro di oggi è profondamente mutato, segnato dalle conseguenze economiche e sociali dell’emergenza sanitaria globale che abbiamo vissuto e da forti tensioni geopolitiche. Queste crisi si aggiungono agli altri fattori di instabilità, che pongono all’attenzione dell’intera comunità internazionale problemi particolarmente complessi e spesso correlati. La pandemia ha reso evidente che in un mondo interconnesso non esistono soluzioni locali a sfide globali come quelle delle emergenze sanitarie, dei cambiamenti climatici, della povertà estrema, dell’insicurezza alimentare”.
Il Ministro degli Esteri Di Maio ha ricordato il sacrificio dell’Ambasciatore Attanasio e quello dei componenti del suo staff e dei suoi accompagnatori: “Permettetemi di rivolgere un pensiero a tutti coloro che hanno perso la vita mentre si adoperavano per costruire un mondo più giusto. Tra loro l’Ambasciatore Attanasio, il carabiniere Iacovacci, Mario Paciolla e Paolo Dieci”.
Daniele Franco Ministro dell’Economia, ha posto l’accento sul fatto che:” “L’aiuto allo sviluppo e la crescita economica non sono in contrapposizione ma si rafforzano” e considerando lo scenario generato dal conflitto in Ucraina ha aggiunto: ”la nostra esperienza nella crisi umanitarie protratte, che combina l’accoglienza ai rifugiati e l’attenzione alle comunità ospitanti ci permette di affrontare meglio situazioni nuove come quella Ucraina”. Poi per quanto riguarda la questione alimentare ha affermato: “La nostra esperienza più che decennale nel campo alimentare ci permetterà di dare un contributo fattivo alla crisi Nato che colpisce duramente molti Paesi. La questione alimentare è uno dei temi più importanti che dovremo affrontare nei prossimi mesi”.
La Viceministra italiana degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Marina Sereni, ha discusso sul nesso che lega la pace con la Cooperazione allo Sviluppo: “Nell’ultimo decennio il numero dei conflitti è triplicato, alla luce di questo dato, abbiamo pensato che fosse necessario questo momento per discutere del significato del progettare la Cooperazione allo Sviluppo in questo particolare contesto, partendo dalla pace”. La viceministra ha così elencato la moltiplicazione dei conflitti interstatali, l’accentuarsi degli effetti del cambiamento climatico, l’interruzione delle catene di approvvigionamento causata dalla pandemia oltre che la guerra in Ucraina “nel cuore dell’Europa”. Poi la Viceministra Marina Sereni ha messo in rilievo il rapporto intercorrente tra le ’emergenze’ e gli interventi ‘propriamente’ di sviluppo: “Occorre un’ottica di medio periodo. Di fronte alle due esigenze dell’umanitario e dello sviluppo innescate dalla struttura delle differenti crisi, la Cooperazione allo Sviluppo deve adottare un’ottica di medio periodo, indirizzando gli aiuti in modo da portare assistenza alla popolazione, ma anche rafforzarne la resilienza e quindi costruire insieme alle comunità più fragili la loro capacità di adattarsi e di rispondere alle crisi attraverso un’azione che passa anche per il coinvolgimento delle loro autorità locali e delle loro società civile”.