La Corte Suprema degli Stati Uniti d’America stabilisce che l’aborto non è un diritto

La sentenza della Corte Suprema americana abolisce la Roe v. Wade, la storica sentenza pronunciata dalla stessa Corte emessa nel 1973 che rappresentava uno dei principali precedenti riguardo alla legislazione sull’aborto.
Dei massimi giudici, 6 hanno votato la decisione e 3 si sono detti contrari. I giudici liberal Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer hanno dichiarato “Le donne hanno perso oggi una tutela costituzionale fondamentale. Noi dissentiamo”.

La Corte Suprema ne infila un’altra, dopo la caduta delle restrizioni sulle armi, ora sancisce anche che l’aborto non è un diritto costituzionale. Gli Stati dell’Unione possono quindi vietarlo. Fuori della Corte, dopo pochi minuti dall’abolizione del diritto all’aborto (dopo 50 anni), è scoppiata la protesta.

Nelle scorse settimane era trapelata la bozza redatta dal giudice Samuel Alito, confermata poi come autentica. La bozza vedeva la maggioranza favorevole al ribaltamento della sentenza Roe v Wade.
Dei 50 Stati dell’Unione, sono ben 26 quelli che hanno leggi restrittive. In molti Stati ci sono limiti non ancora applicati e che adesso potrebbero entrare in vigore.

Il leader alla Camera dei repubblicani, Kevin McCarthy ha espresso la propria soddisfazione per questa “sentenza che salva vite umane”, ha scritto su Twitter. Facendo riferimento alla recente decisione della Corte, i maligni hanno sottolineato come quelle vite salvate “potranno poi essere eliminate comodamente grazie alle armi”.

Foto: usnews.com

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