Lo scorso giorno, 23 novembre 2024, si è svolta nell’Abbazia di San Clemente, la cerimonia dedicata al Santo, discepolo degli apostoli Pietro e Paolo, venerato in questi luoghi.
Nato a Roma nel 30 dopo Cristo, morì in esilio nel 101 e fu quarto Papa dal 92 al 99.
La Chiesa di San Clemente al Vomano, Diocesi Teramo-Atri detta anche Abbazia di San Clemente al Vomano, di stile romanico è un luogo di culto cattolico abruzzese che sorge sulla sommità di un piccolo colle sulla riva sinistra del fiume Vomano, poco distante da Guardia Vomano di Notaresco, in provincia di Teramo. Appartenne al complesso abbaziale dell’Ordine dei benedettini che istituirono sia la Chiesa che il Monastero.
Dal 1902 è inclusa nell’elenco dei Monumenti nazionali italiani. L’Abbazia è inserita nell’itinerario turistico-religioso denominato Valle delle Abbazie, e vi si celebrano matrimoni. L’attuale Chiesa romanica è stata ricostruita sulla precedente edificata nella seconda metà del IX secolo. Rimase tra i possedimenti casauriensi fino al 1058, anno in cui l’Abate Berardo lo cedette a Gregorio, Abate del Monastero di San Niccolò al Trontino, in cambio della Chiesa di San Mauro sul Tavo. La fondazione del Monastero è avvenuta ad opera dei Monaci benedettini di San Clemente a Casauria. Sulle sue origini, narra la leggenda, che la Principessa Ermengarda, figlia unica di Ludovico II il Giovane e madre di Ludovico III, durante la fuga per sottrarsi alla congiura del Duca Adelchi di Benevento e degli altri Principi longobardi, dal Castello di Guardia Vomano, apprezzando la bellezza del luogo, volle che vi fossero eretti una Chiesa e un Monastero dedicati a San Clemente. E così la pia madre dell’Imperatore, concesse ai Monaci benedettini la facoltà di edificazione, donandola poi all’Abbazia di San Clemente a Casauria. Di sicuro è, che esiste un manoscritto che ci svela altre informazioni.
Nella colonna 1007 del Chronicon Casauriense, citata dal Moretti e dal Palma, è riferito che “piissima mater Ludovici imperatoris Domna Hyrmingarda fecit et donavit“. Gli studiosi ci dicono che non esistono documenti che riportino la data esatta della sua edificazione, sicuramente non oltre l’890. Al di là delle notizie storiche, San Clemente al Vomano, nell’ambito dell’espansione territoriale della potente abbazia casauriense, fu dipendenza, verso il confine settentrionale del Contado di Penne.
Lo sviluppo del Monachesimo benedettino nelle vallate della provincia teramana, vede rifiorire, nel Medioevo complessi monastici imponenti, come Santa Maria di Propezzano, San Salvatore a Morro D’Oro, Sant’Antonio Abate sulla Piana dei Cesari.
Il Tordino e il Mavone rappresentano una ricchezza inestimabile per gli Architetti dell’epoca. Noto anche come San Clemente in Vallecupa, il fiume Vomano, nei secoli dell’altomedioevo abruzzese segnò il confine tra il Contado Pennense e quello Aprutino.
Nella valle del fiume Vomano la mano d’opera locale con i Frati benedettini, con l’aiuto delle popolazioni, oltre a San Clemente al Vomano, realizzano altri imponenti edifici come San Salvatore di Canzano e San Martino a Cologna. Nascono, grazie alla perspicacia certosina dei protagonisti di questo periodo storico, San Giovanni alle Piane Vomano e Santa Maria, San Pietro a Notaresco.
Altre maestose iniziative portano alle luce Santa Maria di Propezzano, San Salvatore a Morro D’Oro, Sant’Antonio Abate sulla Piana dei Cesari. Inoltre, l’idea di diffondere la crescita della cristianità, incarna San Pietro a Castelbasso, Santa Maria di Ronzano e tante altre Cappelle fino al Gran Sasso.
Angelo Vincenzo Grasso