La Norma salva-anziani per gli ultra 80enni non autosufficienti

Si tratta di uno stanziamento di un miliardo in due anni, un assegno agli ultraottantenni non autosufficienti con basso Isee. Esulta la premier dicendo “l’attendevamo da 20 anni”. Ma la Misura è sperimentale, non strutturale, partirà solo nel 2025 e sarà per pochi.

Prestazione assistenziale universale

Verso la fine di gennaio il governo ha approvato in via sperimentale, in attuazione della delega varata dall’esecutivo Draghi, la “prestazione assistenziale universale”. Destinata dal 2025 agli ultra80enni non autosufficienti con bisogno assistenziale gravissimo e Isee sotto ai 6.000 euro.

L’assegno, erogato dall’Inps, assorbirà l’attuale indennità di accompagnamento pari a 531,76 euro e arriverà a 1.380 euro mensili. Con un incremento del 200%, da impiegare per pagare badanti, assistenti familiari o altri servizi.

La prima fase sperimentale interesserà 25 mila anziani, e sarà estesa con ulteriori risorse nel tempo.

Soddisfazione della premier

Giorgia Meloni ha dichiarato: “È una riforma di cui siamo orgogliosi, che il Paese aspettava da più di 20 anni. Una tappa di un percorso che proseguirà per tutta la legislatura. Con più di un miliardo di euro in due anni, diamo risposte concrete ai bisogni di oltre 14 milioni di anziani, ai non autosufficienti e alle famiglie”

La viceministra del Lavoro e Politiche Sociali

Anche da Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro e Politiche Sociali, il commento è positivo. “È una priorità del governo dettata dal fatto che siamo la prima nazione in Europa per numero di anziani, e la seconda nel mondo dopo il Giappone. Si comincia a mettere in protezione la platea di persone più bisognose e fragili”.

Una riforma solo all’inizio

La prestazione assistenziale è il primo di una serie di elementi che si aggiungeranno al progetto. Ad esempio quello del contrasto all’isolamento e alla solitudine, ponendo la casa dell’anziano come centro di cura. Si coniugherà assistenza sociale e sanitaria, favorendo telemedicina e teleassistenza con l’assistenza domiciliare. La normativa punta a promuovere una vita attiva con più sport per gli anziani, col turismo del benessere e il turismo lento per gli over 65, favorendo il rapporto tra generazioni. Per quest’ultimo saranno impiegati i giovani del servizio civile universale e incentivata la coabitazione solidale e intergenerazionale. Principalmente con giovani in condizioni di svantaggio.

Salute degli anziani e assistenza ai fragili

La riforma poggia su due fronti: la salute degli anziani e l’assistenza ai fragili e non autosufficienti. L’assistenza partirà dalla valutazione multimediale unificata e avverrà nei Pua – Punti unici di accesso, dove l’anziano sarà avviato a un programma di cura. Grazie all’impiego sperimentale della telemedicina i progetti avranno durata di almeno 18 mesi.

Bel progetto ma i fondi non ci sono

C’è chi ha osservato che il limite delle risorse disponibili sia un ostacolo concreto per gli obiettivi previsti. L’allusione è quella di aver voluto presentare un programma di riforme piuttosto fumoso, consapevoli che sarà difficile da concretizzare. Una sorta di “manifesto autocelebrativo” dell’impegno del governo.

Andrea Ungar, presidente della Società Italiana di gerontologia e geriatria ha commentato il decreto: “Ha diversi punti interessanti, ma siamo solo all’inizio”.

Ungar ha posto l’accento sul bisogno di una Rsa più umana, del co-housing, ma anche di interventi assistiti con animali da compagnia. “Tutti questi sono segnali importanti per i nostri anziani, come pure una migliore valutazione dello stato di non autosufficienza e l’aumento dell’assegno di accompagnamento. Questo approccio olistico segna un cambio di paradigma per l’assistenza agli anziani”, ha concluso.

Foto: adriaeco.eu