La parola all’erborista
Rubrica di erboristeria a cura del Dott. Francesco D’Ambrosio
Il Bergamotto… sole di Calabria
Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento con le piante, parlerò del Bergamotto e chi fra voi avrà programmato per la prossima Estate le vacanze in Calabria, nella zona di Roccella Jonica, Gioiosa Jonica, Brancaleone, Capo Spartivento e in gran parte del Basso Ionio-Reggino, potrà deliziarsi gli occhi guardando distese di coltivazioni di Bergamotto.
E già perché “fiore all’occhiello” di Reggio Calabria è proprio il Bergamotto. L’olio essenziale che ne deriva ha ricevuto dall’Unione Europea, nel 2001, il riconoscimento DOP (Denominazione di Origine Protetta).
Le origini
Il Bergamotto è un agrume dalle origini non molto chiare. Alcuni botanici lo classificano come specie a se stante mentre altri, lo indicano come sottospecie dell’arancio amaro.
Anche la sua provenienza è incerta, chi ritiene arrivi dalla Cina, chi dalle Canarie, alcuni dalla Grecia o da Berga, una città spagnola. Vero è che già dal XIV secolo risultano tracce di un agrume tipico del sud della Calabria. Il gesuita Giovanni Battista Ferroni pubblicò a Roma nel 1646 un’opera intitolata Hesperides che era un vero e proprio trattato sugli agrumi.
Le Esperidi erano ninfe che possedevano un giardino in cui gli alberi producevano delle “mele d’oro” capaci di donare l’immortalità.
Nel suo libro il Ferroni descrisse tutti gli agrumi conosciuti decorando l’opera di un discreto numero di tavole allegoriche sulle Esperidi disegnate dagli artisti dell’epoca.
Tra gli agrumi descritti parla anche di una specie coltivata in Calabria di “Aurantium stellatum et roseum et limon pusillus calaber”. Tali indicazioni fanno pensare che si tratti esattamente di esemplari di bergamotto.
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La coltivazione di quell’agrume che ormai veniva chiamato “pera bergamotta” , perché ritenuto originario della città di Berga, restava comunque una specie di curiosità per amatori, anche perché la sua polpa non era certo gradevole come quella dell’arancio.
Le colture intensive di bergamotto iniziarono alla fine del XVII secolo quando, probabilmente, un italiano di nome Giovanni Paolo Feminis, emigrato a Colonia, inventò la famosa “acqua di colonia” della quale il bergamotto rappresenta un ingrediente essenziale.
Gli alberi che crescevano qua e là nei giardini d’Italia non furono più sufficienti per la produzione del profumo che ormai era richiestissimo e allora, dopo che fu brevettata l’essenza, si fecero in Calabria i primi impianti specializzati di bergamotto.
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Tali coltivazioni rappresentano ancora ai giorni nostri un esempio di imprenditorialità agricola, la Calabria è infatti il maggior produttore mondiale di essenza. (90% della produzione totale)
Il Bergamotto ha nella provincia di Reggio Calabria il suo habitat naturale. In nessun’altra parte del mondo la sua coltivazione ha una resa qualitativa come quella calabrese.
Della pianta vengono utilizzati i frutti i quali si trovano tal quali solo dai contadini produttori poiché generalmente non sono venduti al dettaglio.
Il frutto intero comunque può essere utilizzato per fare delle spremute molto amare, ma che fanno abbassare il colesterolo, gli spicchi sono buoni da aggiungere alle insalate o per aromatizzare il tè.
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Per l’estrazione dell’essenza si utilizzano la scorza del frutto, i fiori ed i rametti giovani.
L’essenza viene estratta per abrasione della scorza mediante un sistema di grattugie poste nelle apposite pelatrici. La tecnologia è utilizzata ancor oggi ed è per buona parte costituita dalla “macchina calabrese”, un macchinario messo a punto nel 1840 da Nicola Barillà di Reggio Calabria, che consente di ottenere un prodotto sempre qualitativamente ottimo.
La scorza del frutto contiene un olio essenziale ricco di acetato di linalile, di linalolo e di citrale.
La sua essenza è molto ricercata per la composizione di profumi pregiati, è indispensabile nell’industria profumiera internazionale avendo la funzione non solo di fissare il bouquet aromatico dei profumi, ma anche di armonizzare le altre essenze contenute, esaltando le note di freschezza e fragranza. Ecco quindi che lo ritroviamo in profumi, deodoranti, sali da bagno, dentifrici etc. Costituisce inoltre, come già detto, un componente importantissimo per la produzione dell’acqua di colonia.
L’azione topica principale dell’essenza di Bergamotto è quella antisettica e cicatrizzante dell’epidermide e delle mucose, utile su piaghe e ferite purulente, escoriazioni ed ulcere del cavo orale ed erosioni vaginali, è spesso utilizzato nella sepsi chirurgica, odontoiatrica, oftalmologica, ginecologica, dermatologica tanto da essere inserita nelle farmacopee ufficiali di molti paesi.
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Di notevole importanza farmacologica sono inoltre i principi attivi di natura furocumarinica, denominati bergapteni, che sono presenti in notevole percentuale nell’olio essenziale di bergamotto.
Questi principi attivi hanno notevole azione pigmentante sulla cute nonché, una primaria funzione di intensificatori melanici. Per questo motivo, l’essenza venne largamente usata in campo cosmetico al fine di preparare cosmetici a funzione abbronzante.
L’uso si è però rivelato assai pericoloso in quanto la fotosensibilizzazione scatenata dai bergapteni dava origine, con l’esposizione solare, a gravi ustioni; non ultimo il grosso rischio causato dall’interferenza di questi composti con il DNA delle cellule epidermiche ed il conseguente rischio teratogeno.
Assolutamente vietato il fai da te. Infatti, non è sufficiente miscelare dell’olio essenziale di bergamotto con olii eudermici come quello di cocco o di mandorle dolci per ottenere un prodotto solare. Vi consiglio quindi di affidarvi sempre a prodotti la cui formulazione è tale da non provocare i danni epidermici di cui vi parlavo prima.
L’olio essenziale viene anche utilizzato nella pratica domestica quotidiana. Qualche goccia di olio essenziale, se messa nella vaschetta dei caloriferi o nel liquido per lavare i pavimenti, aromatizza e disinfetta per alcuni giorni gli ambienti.
Augurandovi un caldo e soleggiato Luglio, vi do appuntamento al prossimo articolo.