Caliste, Presidente V Municipio: “Non siamo la periferia, siamo l’ingresso di Roma”
Le periferie, ingiustamente bistrattate e di solito portate alla cronaca per gli episodi negativi, possono diventare esempio di buona condotta e cittadinanza attiva, molto più di quanto non accada con quartieri meno periferici e maggiormente elogiati dalla collettività. Il V Municipio di Roma, con la zona di Centocelle a fare da apripista, ne è la dimostrazione: il sud-est della Capitale può infatti vantare l’installazione del primo defibrillatore automatico esterno (DAE) in una delle sue piazze, liberamente utilizzabile da chiunque dovesse trovarsi nella condizione di averne bisogno. Quello della cardio-protezione e della tempestività di intervento è infatti un tema importante che non può essere sottovalutato, anche alla luce dei numeri che si registrano ogni anno: sono circa quattrocentomila i casi di arresto cardiaco che si verificano in Europa, di cui sessantamila in Italia. Di questi ultimi, solo il 9% ha un esito positivo.L’applicazione delle manovre salvavita, come il massaggio cardiaco o la ventilazione, e l’utilizzo di un defibrillatore potrebbero invece, in un gran numero di casi, fare la differenza: quante più persone sono in grado di intervenire tempestivamente tanto maggiore diventa la possibilità di salvare una vita. Ecco perché il primato importante conquistato dal V Municipio di Roma deve essere esempio per tutta la città e non solo.
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L’evento
Mercoledì 19 febbraio, giorno in cui è stata inaugurata la prima via “cardio-protetta” della Capitale, segna una svolta nel modo di vivere la città e la collettività. Ed il merito lo si deve riconoscere soprattutto alla Rete di Imprese di via dei Castani che, sotto la spinta della presidente Monica Paba, ha potuto mettere in moto un processo che ha portato all’installazione di cinque defibrillatori automatici, uno nella centrale e affollata piazza dei Mirti e quattro lungo via dei Castani.
Una iniziativa importante resa possibile anche grazie alla vittoria del bando della Regione Lazio “Reti di impresa tra attività economiche”.
“Non si tratta solo di una dotazione tecnologica – ha spiegato Monica Paba, durante la conferenza stampa tenutasi il 19 febbraio nella Sala Teatro della scuola Primaria e dell’Infanzia ‘Renzo Pezzani’, uno dei tre istituti già dotati da tempo di un defibrillatore – ma di una comunità che si prende cura di se stessa e che sceglie di essere consapevole e responsabile”. Un progetto che parte dal prendere atto dell’importanza fondamentale di garantire un intervento tempestivo in caso di arresto cardiaco e della giusta formazione a esso collegata. “Abbiamo messo in atto un modello di prevenzione e sicurezza – ha aggiunto Monica Paba – perché è importante credere in un futuro sicuro per tutti”. Il progetto non prevede infatti solo l’installazione dei dispositivi automatici lungo le strade più frequentate, ma anche un percorso di formazione e sensibilizzazione gratuita aperto a chiunque fosse interessato.
Vista l’eccezionalità dell’evento, tante le figure istituzionali presenti. Il presidente del V Municipio Mauro Caliste ha ribadito l’importanza delle attività commerciali e del fare rete: “Dopo il Covid abbiamo sentito l’esigenza di ritrovare l’esercizio di vicinato ed essere vicini alle attività commerciali di prossimità – ha precisato – l’obiettivo era ricreare le reti di impresa e oggi se ne possono vantare nove, di cui quattro vincitrici del bando regionale. Quello della rete guidata da Monica Paba è un servizio rivolto a tutti i cittadini”. Il presidente Caliste ha messo l’accento anche su un altro punto importante che riguarda l’attenzione delle Amministrazioni verso le aree periferiche: “Noi non siamo la periferia, siamo l’ENTRATA della città”.
dell’Istituto Comprensivo
La conferenza stampa, moderata dalla giornalista Rossella Santilli, ha visto la partecipazione anche di Valeria Baglio, capogruppo del PD in Consiglio Comunale, di Sandro Petrolati, V Commissione Comunale, della Preside dell’Istituto Comprensivo Alessandra Silvestri e del dottor Domenico Zarella, Direttore Sanitario della Clinica Guarnieri, il presidio sanitario che ha messo a disposizione le risorse necessarie a garantire la formazione di tanti cittadini. “I progetti si realizzano grazie alla passione delle persone – ha precisato il dottor Zarella – Il tempismo è fondamentale”.
“I commercianti sono le sentinelle delle nostre strade – ha sottolineato Rossella Santilli – il loro essere in prima linea ha reso possibile la realizzazione della prima via cardio-protetta lontana dal centro”. La capogruppo del PD ha invece ribadito la necessità di fare squadra: “Bisogna riprodurre questa stessa esperienza in altre zone della città. Il lavoro fatto negli uffici pubblici non basta. Il nostro impegno sarà massimo”.
Sandro Petrolati, con i suoi quarant’anni di esperienza come cardiologo e gli oltre venti come formatore, ribadisce l’importanza della formazione e della sensibilizzazione a partire dalle scuole: “Le manovre di rianimazione devono essere insegnate nelle scuole, – ha precisato – pertanto, la diffusione della cardio-protezione deve partire da lì”.
Proprio per questo motivo il progetto prevede, oltre all’installazione dei defibrillatori, anche l’organizzazione di corsi di formazione gratuiti volti non solo a insegnare l’utilizzo del macchinario, ma anche a sensibilizzare sull’importanza di una diffusione sempre più capillare di tecnologie di questo tipo sull’intero territorio.
Gli interventi post evento
“Come Municipio abbiamo voluto fortemente che venisse presentato alla Regione Lazio un progetto per la creazione di una strada cardio-protetta, con defibrillatori posizionati in luoghi di aggregazione – ha aggiunto al termine della manifestazione Mauro Caliste – tutti i cittadini che frequentano le nostre piazze possono contare su ben cinque postazioni. Ancora più importante è il coinvolgimento delle scuole: da tanti anni negli istituti scolastici e negli impianti sportivi sono presenti dispositivi automatici e personale preparato. Docenti, non docenti, commercianti e cittadini potranno fare corsi di formazione gratuiti, grazie anche alla Clinica Guarnieri che si è resa disponibile. È importante sviluppare un senso civico, perché poi quando accadono questi episodi è fondamentale il pronto intervento: basta un attimo per salvare la vita di una persona. Ecco perché è indispensabile una sempre più diffusa presenza di defibrillatori: bisogna essere pronti a tutto, perché salvare una vita umana è importante”.
“Un progetto splendido, utilissimo per la città, che darà molte più opportunità di sicurezza sanitaria alle cittadine e ai cittadini – ha aggiunto Valeria Baglio, capogruppo PD – un progetto che dobbiamo esportare in tutta Roma. E il primo obiettivo che potremmo darci è proprio quello di partire dal commercio: si deve lavorare insieme come una grande squadra nell’interesse dei cittadini. Chiederemo, per esempio, che nella delibera che stiamo discutendo ci sia la possibilità di una premialità per tutte quelle imprese di ristorazione che si doteranno di un presidio di defibrillazione nei propri locali. Un’altra parte interessante dell’iniziativa riguarda poi la formazione e l’educazione all’utilizzo di questi strumenti, oltre che al rispetto. Ecco perché dobbiamo cominciare dalle scuole: formare i ragazzi significa formare le generazioni future e rendere in qualche modo normale la possibilità di ricorrere in qualunque luogo all’uso del defibrillatore in caso appunto ci fosse la necessità. Ritengo anche che, verso questi presìdi, in merito a un ipotetico rischio di vandalismi, ci sia una certa sensibilizzazione: è uno strumento che salva le vite ed è utile alla salute, un grande deterrente per chi magari volesse fare una sciocchezza e portarselo via”.
Iniziative di questo tipo, volute e conquistate dal basso, con l’intervento diretto dei residenti, se sostenute e portate avanti, sono il modo migliore non solo per far sentire tutti i cittadini più coinvolti ma anche per responsabilizzare i più giovani, chiamati a tutelare e migliorare quello che è anche un loro bene
“Quello che è stato fatto oggi è importante – hanno detto alcuni adolescenti presenti a piazza dei Mirti durante l’inaugurazione – e se dovessimo vedere qualcuno che cerca di vandalizzare il defibrillatore siamo pronti a intervenire”.
“Siamo un’associazione che vive di un contributo annuale irrisorio – ha spiegato Monica Paba, motore propulsore dell’iniziativa – e facciamo quello che possiamo. Quando ci sono i bandi regionali partecipiamo e cerchiamo di vincerli. Anche il parco a Piazza dei Gerani è stato fatto in questo modo: un’operazione costata 150mila euro con un contributo regionale di 32mila. Noi facciamo il nostro meglio per ottimizzare tutto”.
“Il giorno in cui noi spegneremo tutte queste luci, le persone avranno paura a camminare per strada – aggiunge sempre Monica Paba – nonostante lo stigma di evasore che si porta addosso, il negoziante dona al territorio. Questo nello specifico è un progetto fondamentalmente sociale, non commerciale; commercialmente da questa operazione non entra in tasca niente, ma consegniamo al territorio progetti che possono sviluppare fiducia nella collettività. Le iniziative sociali che si potrebbero fare sono tante ma c’è anche tanta burocrazia che rallenta, costringendo a studiare tutto a tavolino”.
Non si è iniziato a parlare di cardio-protezione solo di recente però: da oltre vent’anni l’avvocato Francesco Figliomeni si occupa del tema, sia in termini tecnico-legali che di volontariato con l’associazione ‘Planet Onlus’ di cui è fondatore: “Quando iniziammo a parlare di questo in Campidoglio, con noi c’era anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all’epoca consigliera. Tanti i defibrillatori donati alle scuole, grazie anche alla collaborazione con l’Associazione Italiana Arbitri: non è un caso che adesso si sentano sempre più notizie di persone salvate nel mondo dello sport durante partite o manifestazioni sportive. Fu la presidente Meloni a chiedermi di occuparmene dal punto di vista istituzionale – ha precisato l’avvocato Figliomeni – così contattai il Senatore Monteleone, padre della legge del 2001 (legge Monteleone) e da lì nacque una delibera fittissima di dodici pagine. Il livello diverso di cultura e consapevolezza che si può vantare oggi è possibile grazie a quello che è stato fatto da allora: quando abbiamo cominciato e andavamo nelle scuole a chiedere se volessero l’installazione di un dispositivo rifiutavano perché avevano paura delle responsabilità. Ora sono loro a chiederceli. Mentre prima si voleva starne fuori, ora c’è una mutata consapevolezza delle necessità di questo strumento: secondo uno studio dei cardiologi di Piacenza, nel 93% dei casi, se c’è il defibrillatore, la persona colpita da arresto cardiaco si salva; senza, si scende al 9%”.