La tecnologia 6G è la sfida del futuro, Internet velocissimo, connessione continua senza fili e altissime prestazioni. Il 6G amplierà i confini della connettività grazie alla comunicazione olografica, alla realtà estesa, all’integrazione con l’intelligenza artificiale. Si aprono i programmi verso il 2030 che risponderanno alle esigenze di innovazione sostenibile nella doppia transizione verde e digitale del Green Deal.
Quali vantaggi
Le tecnologie 6G hanno il potenziale di rendere l’economia più sostenibile, riducendo l’impatto ambientale e contrastando il riscaldamento globale. Se le tecnologie e i servizi dell’Ict (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) sono in parte responsabili del riscaldamento globale, possono però ridurre le emissioni di gas a effetto serra. L’attesa è che il 5G possa contribuire ad una riduzione del 15% delle emissioni entro il 2030.
Il 6G permetterà di tagliare l’utilizzo di energia di circa la metà rispetto al 5G. Un passo decisivo, considerando che le tecnologie per la comunicazione sono responsabili tra il 5 e il 9% dell’utilizzo di energia elettrica e per circa il 2,5% delle emissioni di gas serra.
Bisogna poi pensare che molte persone non hanno connessione, e ne faranno richiesta, questi valori sono così destinati a salire per la crescente domanda di accesso a Internet.
Stiamo già rincorrendo
L’Europa è già in affanno alla corsa al futuro, la Cina ha avviato gli investimenti da tempo. Il Documento del Parlamento europeo del centro ricerca dell’istruzione rileva che: “Per la Ue le potenzialità ci sono ma mancano investimenti e attenzione politica”.
La tecnologia 6G farà la differenza, ma non sarà “made in EU”. I Paesi dell’Unione europea rischiano di restare in coda rispetto all’Asia. La Corea del Sud e la Cina stanno già assumendo una posizione dominante in questa “corsa” alle tecnologie di nuova generazione. Ma mentre la Corea del Sud è amica dell’Europa, la Cina lo è un po’ di meno in ambito di concorrenza. Basti pensare alla corsa all’auto elettrica dove il Paese risulta già essere il principale attore nei Mercati (specialmente in quello europeo). In Europa la vendita di auto elettriche è quasi prevalentemente di importazione asiatica.
L’Asia
La Sud-Corea sta scalando la vetta della leadership delle tecnologie 6G, assumendo una posizione dominante per brevetti internazionali. La Cina investe molto sulla ricerca nelle reti 6G e ad oggi, circa la metà delle richieste mondiali di brevetto sono cinesi. Questi due elementi bastano già da soli per far pensare all’Europa a soluzioni politico-economiche immediate per non perdere troppo terreno in competitività, sostenibilità e autonomia.
Il Documento rimarca come per l’Ue è fondamentale riequilibrare il progresso tecnologico dello sviluppo del 6G. Occorrono però politiche decise. La previsione è che e aziende e i Paesi leader per sviluppo e implementazione del 6G, otterranno vantaggi di crescita economica e influenzeranno gli standard globali. Per adesso il vantaggio parla cinese.
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