La Ue sancisce il diritto alla riparazione. I produttori devono rendere disponibili i ricambi

L’Europa stabilisce l’abbattimento delle barriere per artigiani e Pmi. I riparatori devono poter accedere ai pezzi di ricambio a prezzi ragionevoli.

Accordo sul diritto alla riparazione

Il commissario europeo della giustizia, Reynders manda un messaggio alle aziende: “Gli investimenti nella riparazione ripagano”. L’accordo vieta ai produttori di utilizzare clausole contrattuali e tecniche hardware o software per ostacolare le riparazioni.

Allarme dunque rientrato per migliaia di imprese artigiane europee dedite a riparazioni e manutenzioni di telefoni, orologi, computer, automobili, abbigliamento… L’Eurocamera e il Consiglio della Ue hanno raggiunto, ad inizio febbraio, un accordo sulle nuove norme comunitarie per garantire un vero “diritto alla riparazione”. La direttiva era stata proposta dalla Commissione europea il 22 marzo 2023.

Doppio valore

La direttiva ha l’obiettivo di ridurre gli sprechi e rafforzare il settore delle riparazioni. La leva è quella di imporre obblighi ai produttori e incoraggiare i consumatori a prolungare la vita dei beni. In linea con la politica green: meno scarti, meno rifiuti.

Tutelare gli artigiani

La SMEunited (associazione artigianato e Pmi in Europa), che riunisce oltre 30 Paesi europei, aveva manifestato una preoccupazione. Temeva che la posizione degli Stati membri cancellasse i riferimenti alle barriere di disparità e trattamento che impediscono l’accesso ai ricambi ai riparatori indipendenti. Perché sarebbero stati inibiti ad operare alle medesime condizioni delle case produttrici.

Il presidente di Confartigianato, Marco Granelli aveva espresso la medesima preoccupazione in una nota al ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. Chiedeva alla delegazione italiana di difendere “il diritto dei riparatori indipendenti all’accesso di tutti i pezzi di ricambio. Nonché alle specifiche tecniche e agli strumenti necessari per le riparazioni a costi ragionevoli, per tutta la durata di vita di un prodotto”.

Granelli aveva sottolineato ai media “l’opportunità di valorizzare le competenze di piccoli imprenditori e artigiani, offrendo ai consumatori servizi qualificati a costi equi”.

Una platea notevole

Confartigianato informa che sono interessati da questa direttiva: 68 mila piccole imprese del settore autoriparazione. 106 mila riparatori di impianti. 4 mila circa, che si occupano di elettrodomestici. 2 mila che riparano ascensori. 12 mila sarti. 3 mila laboratori di orologiai. L’interesse è anche dei consumatori, che molto spesso sono costretti a rivolgersi alla casa produttrice per eventuali riparazioni.

Garanzia aggiunta

L’accordo fissa 12 mesi di garanzia sui prodotti riparati e la possibilità per i consumatori di avere in sostituzione un dispositivo, mentre il proprio è in riparazione.

I Paesi membri dovranno promuovere le riparazioni, con campagne di informazione, corsi di riparazione, fondi dedicati, voucher e la riduzione dell’Iva sulle riparazioni.

Immagine creata da IA