La UE scrive a Roma per il termovalorizzatore

Il caso dell’inceneritore di Santa Palomba scuote l’Europa

Da Bruxelles arriva al Comune di Roma una lettera, e non si tratta degli auguri di Pasqua. Un progetto promosso con ostinazione dal Campidoglio si trasforma in un fronte di scontro che varca i confini della Capitale. Non è più solo una questione romana: a Bruxelles il silenzio è finito. Si alzano voci, si chiedono spiegazioni. Si pretende verità.

La lettera

A far tremare le stanze del Comune di Roma è una lettera ufficiale, indirizzata al sindaco Roberto Gualtieri, firmata da Bogdan Rzonjca. La presidente della Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo. Una missiva che fa seguito all’audizione infuocata del 18 marzo, in cui è stata letta la petizione presentata da Alessandro Lepidini, ex assessore municipale e oggi portavoce dell’Unione dei Comitati contro l’inceneritore.

Una petizione che non lascia spazio a dubbi: oltre 13mila cittadini, uniti da un unico grido d’allarme, denunciano il rischio di una catastrofe ambientale e sociale. Il maxi impianto, con la sua colossale capacità di smaltimento, 600mila tonnellate l’anno, viene descritto come una lacerazione profonda nel cuore del territorio. Un colpo inferto a paesaggi protetti, comunità locali e al futuro stesso della Capitale.

La ragione della preoccupazione

Il quadro tracciato è inquietante: CO2, diossine, metalli pesanti, incertezze sanitarie, rischi a lungo termine. Il progetto non solo pare contraddire i principi della transizione ecologica, ma stride apertamente con gli obiettivi climatici europei, che puntano alla neutralità entro il 2050. Obiettivi che sarebbero vanificati da un impianto destinato a funzionare fino al 2062.

Nel testo della petizione è scritto: “In una terra costellata da parchi, reperti archeologici e attrazioni culturali, un’opera di tale portata è una minaccia inaccettabile. Può distruggere ciò che rende unico questo territorio”.

Nel dibattito europeo si sono levate anche voci autorevoli, come quelle degli eurodeputati Ignazio Marino (Verdi) e Dario Tamburrano (M5S), che hanno espresso forte contrarietà.

Ma cosa chiede la UE?

Una richiesta formale: il Parlamento Europeo esige risposte dal Campidoglio. Vuole conoscere i reali rischi per l’aria, la salute, l’ambiente. Vuole sapere se il principio di precauzione sia stato rispettato, se le valutazioni ambientali siano state svolte con rigore.

I comitati dei cittadini esultano: “è un passaggio epocale”

Da anni denunciamo il pericolo di questa scelta scellerata – dichiara l’Unione dei Comitati – e ora, finalmente, la nostra voce ha oltrepassato i confini italiani, è diventata una questione europea”. Non si tratta solo di un impianto, la battaglia in corso riguarda la salute collettiva, il destino del paesaggio, la credibilità delle istituzioni.

Lettura pubblica

Oggi, Venerdì 11 aprile, alle 18, nel luogo dove dovrebbe sorgere l’inceneritore, sarà letta pubblicamente la lettera di Bruxelles. Un gesto dal forte valore simbolico, che riporta tutto dove la resistenza è nata. Davanti a quel terreno dove furono raccolte le prime firme, dove la comunità ha alzato la testa, dove probabilmente dipenderà il futuro ecologico di Roma.

Foto: endswasteandbioenergy.com