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“Figlio” del V Municipio – Antonino De Cinti, un vita per il “V”
Per conoscerlo meglio, al Dott. Antonino De Cinti, Assessore alle politiche sociali del Municipio Roma V, persona molto preparata che trasmette un grande entusiasmo – questo il nostro pensiero – abbiamo chiesto di raccontarci di lui, del suo percorso, della sua storia, e delle motivazioni che lo hanno portato a volersi impegnare in un ambito così difficile e complesso quale è il sociale. E ci ha risposto così:
« Sono nato nel 1953 e sono “figlio” di questo Municipio avendo trascorso la mia vita e svolto la mia attività professionale principalmente in questo territorio.
Sono attivo nell’ambito del sociale da tanti anni. Sono laureato in Psicologia e abilitato all’attività psicoterapeutica.
Nel lontano 1978, fui assunto dal Comune di Roma come istruttore amministrativo e nel 1989 vinsi il concorso esterno come Psicologo Direttivo e fui assegnato al Servizio Sociale dell’ex Municipio Roma 6 e da quel momento ho lavorato soprattutto nell’ambito minorile con il tribunale. Nel 2002 ho assunto l’incarico di Posizione Organizzativa per il coordinamento dei Servizi Sociali. Nel 2007, a seguito di concorso pubblico, sono stato nominato Dirigente Socio Educativo, ricoprendo l’incarico nell’ex Municipio Roma 6. Dal 2013, con l’accorpamento dei Municipi ex 6° ed ex 7°, ho assunto l’incarico di Direttore della Direzione Socio Educativa dell’attuale Municipio Roma V. Ad agosto 2015 ho assunto l’incarico di Direttore della Direzione di Accoglienza e Inclusione nel Dipartimento Politiche Sociali, all’interno del quale sono fra gli altri presenti, l’ufficio Immigrazione, l’ufficio Detenuti e l’ufficio Rom Sinti e Caminanti.
A fine 2016 ho preso l’incarico di Direttore della Direzione Socio Educativa del Municipio II fino al pensionamento avvenuto il 1° gennaio 2020. All’insediamento della nuova consiliatura sono stato chiamato dal Presidente Caliste per assumere la carica di Assessore Politiche Sociali, ritenendo le mie esperienze, anche operative, fondamentali per questi servizi. Faccio molto affidamento sulle capacità dei colleghi del Servizio Sociale, sia amministrativo che tecnico, inoltre, con il Presidente abbiamo anche una identità di vedute sul programma e ci conosciamo da molto tempo. »
Quali iniziative sono state prese o si vorrebbe intraprendere, riguardo l’assistenza ai senza fissa dimora, ed il piano freddo?
« È una attività che abbiamo messo in piedi appena insediati. Precedentemente, il Piano Freddo era un’attività di tipo emergenziale prevista tra dicembre e marzo, con fondi predisposti per interventi per i senza dimora presenti nel territorio.
Ho sempre pensato che non si potesse affrontare questo problema solo in periodi temporali ben limitati, ma che bisognasse prevedere un intervento continuativo su queste situazioni. Abbiamo così individuato dei fondi, in parte del Dipartimento Politiche Sociali, e altri Municipali e, a seguito di un avviso pubblico abbiamo inaugurato un centro a Tor Tre Teste dedicato a Padre Claudio Santoro.
Il Centro d’Accoglienza è costituito da piccoli moduli abitativi, che permettono alle persone inserite di avere una sufficiente autonomia, in quanto, sono forniti di letti, bagni e docce. Nel Centro vi è anche uno spazio dedicato alla lavanderia, inoltre agli ospiti vengono forniti, tramite servizio catering i pasti. A seconda delle esigenze rilevate gli inserimenti sono diversificati, possono essere sia h15 (entrata alle 18 con uscita alle 9.00), che h24 (permanenza giornaliera).
All’interno del Centro, è presente una equipe professionale che si occupa della presa in carico delle persone presenti, finalizzando l’intervento al superamento delle difficoltà rilevate per il reinserimento sia di tipo sociale, che lavorativo, che abitativo, in sinergia con la progettualità del Servizio Sociale del nostro Municipio.
Relativamente all’inserimento delle persone h24, questa tipologia viene utilizzata per far fronte alle emergenze sfratti per i nuclei familiari che nel nostro Municipio sono particolarmente numerose. Infatti in presenza di sfratti di famiglie con minori, piuttosto che inserire mamma e figli in casa famiglia, e il padre in altra struttura, dividendo così il nucleo familiare, proponiamo l’inserimento temporaneo dell’intero nucleo presso il Centro, progettando un percorso che preveda delle ipotesi di soluzioni delle criticità che la famiglia presenta.
Pur essendo le Politiche Abitative non in carico al Municipio, ma essendo il Municipio stesso l’Ente Territoriale di prossimità al quale i cittadini in prima istanza si rivolgono, si cerca di trovare una risposta, nei limiti delle possibilità e delle competenze.
Questo servizio è stato realizzato in modo continuativo, anche al di fuori dell’emergenza freddo, tramutandolo in un servizio più completo e polivalente e attualmente è attivo fino alla scadenza contrattuale di giugno, entro questa data dovrà essere espletato un nuovo bando per l’affidamento del servizio stesso. »
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In relazione alla questione dei campi e l’integrazione dei cittadini rom, vuole dirci quali iniziative sono state intraprese, risultati ottenuti, e cosa ci si auspica?
« Per quanto riguarda i campi rom, noi abbiamo un solo campo istituzionale riconosciuto, ed è quello di Via dei Gordiani, c’è anche un campo adiacente al Municipio, che comporta tutta una serie di criticità, tale campo si trova nel Municipio Roma IV, – campo Rom di Via Salviati Tor Sapienza – ma molti dei servizi che vengono usufruiti dai residenti del campo, sono forniti dal nostro Municipio, come il servizio scuola per i bambini.
La competenza dei campi Rom è del Dipartimento Politiche Sociali, noi interveniamo non tanto sul campo, ma soprattutto sulle singole persone che ci vivono.
Per il campo di Via dei Gordiani, abbiamo avuto situazioni di coinvolgimento del Tribunale dei minori, in cui viene chiesto l’intervento dei Servizi Sociali territoriali. Negli anni passati era stato istituito il Gruppo Integrato Nomadi (GIN), che vedeva presenti i responsabili della scuola sull’integrazione, era in particolar modo coinvolto l’Istituto Comprensivo Simonetta Salacone, in quanto sito in prossimità del Campo Rom di Via dei Gordiani; purtroppo però, a seguito della pandemia, questa attività si è affievolita, è mia intenzione riavviarlo e riportarlo a pieno regime.
Il GIN – che vede presenti oltre al Servizio Sociale e all’Istituto Comprensivo anche i rappresentanti della Polizia Locale, la ASL, e di altri enti – ha la finalità di ottenere un intervento di tipo programmatorio integrato, al fine di facilitare la convivenza all’interno del campo.
Precedentemente c’era anche una cooperativa che gestiva all’interno del campo la scolarizzazione dei bambini che faceva anche parte del GIN. All’interno del Campo c’erano realtà diverse e va sottolineato come a circa 15 nuclei familiari sono state assegnate le case popolari; purtroppo però dopo tali assegnazioni, non si è arrivati subito all’abbattimento dei moduli abitativi all’interno, che sono stati occupati da altre persone, creando anche problemi di convivenza all’interno del campo, in quanto di diverse etnie. La Corte Europea ha riconosciuto i campi Rom discriminatori nei confronti dell’Etnia, quindi il Tribunale Civile di Roma ha emesso una sentenza, ordinandone il superamento.
Questa situazione determina delle difficoltà sia per quanto riguarda il rinnovo dei permessi di soggiorno e la conseguente problematicità ad avere una residenza che permetta di poter usufruire dei servizi necessari. »
Sappiamo che è impegnato su tanti fronti, ma ci racconti pure una o più iniziative a cui sta lavorando, o dei risultati raggiunti particolarmente importanti per Lei.
« Più che dei risultati ottenuti, ai quali sono meno interessato a parlarne, in quanto sono obiettivi già raggiunti, vorrei parlare delle attività che potranno portare dei nuovi risultati.
Occorre sottolineare che per la complessità di alcuni obiettivi è necessaria la sinergia e la collaborazione con altri uffici dell’Amministrazione.
Un obiettivo che ho molto a cuore, è quello di trovare una soluzione per le famiglie soggette a sfratto in particolare situazioni di fragilità sociale, con presenza di minori. Sto lavorando per riuscire a trovare una soluzione a questa realtà cercando di evitare la separazione dei componenti del nucleo familiare.
Per ottenere questo è necessaria la collaborazione con il Dipartimento delle Politiche Abitative, è molto importante anche riuscire ad ottenere una residenza vicina a dove già il nucleo familiare si trova, in maniera da non disperdere le amicizie, le relazioni, mantenendo la continuità scolastica dei minorenni.
Ho anche molto a cuore il Cohousing per anziani. Per gli anziani è ancora più difficile trovare una situazione progettuale, sradicarli dal contesto abitativo per loro è un problema sia di identità personale, che di individuazione degli spazi a cui sono abituati, per questo è importante trovare soluzioni che siano all’interno dello stesso municipio. È in previsione la ristrutturazione di un immobile nella nostra disponibilità, integrando i fondi della Regione (assegnati a seguito di avviso pubblico) con i nostri fondi.
Uno dei miei principali obiettivi è il riavvio del percorso di co-progettazione del Piano Sociale Municipale, cioè il piano triennale che prevede la programmazione di nuovi servizi e l’eliminazione di servizi non più attuali, questo viene fatto in collaborazione con tutte le parti sociali in causa, dai sindacati, al privato sociale, al volontariato, alla Asl, al servizio sociale del Municipio, ecc, lavorando anche per aree di intervento, come anziani, minori, disabili, dove questi potrebbero essere singoli temi per i tavoli. Con la regia del Servizio Sociale andremo a valutare quelle che sono le necessità, i bisogni, le problematiche, ed i numeri del territorio.
Un altro mio obiettivo di particolare rilevanza è il “Dopo di noi”, realizzazione di interventi a sostegno di progetti personalizzati per le persone con disabilità grave, in cui sono previsti anche interventi di tipo residenziale per la promozione dell’autonomia delle persone diversamente abili.