L’atto finale
Lo scorso giovedì 25 gennaio lo Stato dell’Alabama ha giustiziato l’omicida Kenneth Eugene Smith con un nuovo metodo, l’impiego di gas azoto. L’esecuzione è avvenuta nella camera della morte della prigione dell’Alabama, presso il William C. Holman Corectional Facility di At.
Smith è stato dichiarato morto alle 20,25. Ha avuto convulsioni e ha tremato per circa 4 minuti dopo che l’azoto ha iniziato ad attraversare la maschera integrale. E’ stato giustiziato dopo circa 30 anni dalla condanna per l’uccisione (su commissione) della 45enne Elizabeth Sennett. La Corte Suprema degli Stati Uniti non ha voluto fermare l’esecuzione, con il dissenso dei tre giudici liberali. Il nuovo metodo è la prima volta che viene adottato negli Usa da quando nel 1982 è stata utilizzata l’iniezione letale.
Le drammatiche fasi
La condanna a morte è sempre un episodio controverso per le coscienze e nel mondo raccoglie pareri favorevoli e contrari. Qualunque sia il modo di porre fine alla vita di un essere umano è sempre un evento triste. Questo nuovo metodo però sembra annettere all’epilogo della morte anche tormenti disumani e ha sollevato molte polemiche.
19:53
Le tende sono aperte nella sala dei testimoni dei media, dove Smith ha quattro testimoni. Indossa una maschera facciale integrale con un tubo di plastica che esce da un foro nel muro della camera della morte.
E’ legato alla barella cruciforme, con le braccia e il corpo fissati dalle cinghie. Alza la testa, guarda nella sala dei testimoni e sembra riconoscere i testimoni che sono lì per lui. Sorride attraverso la maschera e fa il gesto che, nel linguaggio dei segni, vuol dire “ti amo”. Con la mano sinistra invece fa il segno “OK”. Poi Agita le dita della mano sinistra come contasse.
19:55
Gli viene concesso di dire qualcosa, le parole sono difficili da comprendere per via della maschera. “Stasera l’Alabama fa fare un passo indietro all’umanità”, dice Smith. Poi ringrazia coloro che lo hanno supportato nel processo e conclude dicendo “vi amo tutti”.
19:56
Il reverendo Jeff Hood, consigliere spirituale di Smith, si avvicina, ha in mano una Bibbia e i due sembrano pregare.
19:57
Un operatore si avvicina e controlla il sigillo della maschera. L’azoto comincia a fluire.
Dalle 19:57 alle 20:01
Il condannato sembra essere perfettamente cosciente quando il gas inizia a uscire. L’uomo si contorce sulla barella, fa respiri profondi, il corpo trema violentemente e gli occhi roteano dietro la testa. Il reverendo è a poco più di 4 metri da lui e fa più volte il segno della croce. Smith stringe i pugni e le gambe tremano sotto il lenzuolo che lo copre dal collo in giù. Sembra restare senza fiato. La barella in tutto questo tempo trema più volte. Il reverendo Hood si toglie gli occhiali e si asciuga le lacrime.
20:02
Eugene Smith sembra aver perso conoscenza, il petto resta immobile per una ventina di secondi, poi l’uomo fa dei grandi respiri che sono l’ultimo appiglio alla vita. Nella maschera sembra esserci della saliva o delle lacrime. Una testimone non può smettere di singhiozzare e piangere.
20:06
Il respiro affannoso rallenta.
20:07
Smith esala l’ultimo respiro.
20:15
le tende della sala dei testimoni vengono chiuse.
Il commissario del Dipartimento penitenziario statale John Q. Hamm ha dichiarato in conferenza stampa che “le reazioni di Smith non erano niente di straordinario”. Hamm ha aggiunto che era previsto che trattenesse il respiro più a lungo possibile e lottasse contro le restrizioni, spiegando che l’azoto è fluito per circa 15 minuti.
Foto tratte dal web