Lo scrittore maledetto

Dal 22 al 25 agosto 2024, a Torricella Peligna in Abruzzo, si è celebrato il XIX Festival letterario dedicato a John Fante, "il Dio di mio Padre". Considerato oggi uno degli scrittori americani più importanti della sua generazione, alla stregua di Hemingway, Faulkner e Steinbeck, John Fante è secondo Bukowski il narratore più maledetto d’America. Ecco un saggio della esistenza:
"Presi il rotolo dei soldi e tornai alla betoniera. 
Era ridotta male e molto rovinata, come le mani di mio 
padre, era una parte della sua vita, così stranamente 
antica, come fosse venuta da un paese lontano, 
da Torricella Peligna. L’abbracciai e la baciai, 
e piansi per mio padre e tutti i padri, e anche per i figli, 
perché eravamo vivi in quell’epoca, per me stesso, 
perché sarei dovuto andare subito in California, 
e non avevo scelta, avrei dovuto farcela.”
 1933, Un anno terribile
 - John Fante
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Nella prima giornata del John Fante Festival, dopo il saluto augurale dei figli, Victoria e Jim Fante e alle Istituzioni, alla presenza del Presidente della Giuria Vito Teti e dei giurati, é stato presentato il “Gioiello del Ritorno”: l’ultima creazione dell’orafo Giuliano Montaldi, il 37esimo della linea “I Love Abruzzo".
La programmazione ha avuto corso, con il 
Premio sul Tema "Le mie Radici plurime" per racconti inediti rivolti agli italiani residenti all’estero, in collaborazione con la fondazione PescarAbruzzo e il Piccolo Festival delle 
Spartenze e nell’ambito delle iniziative del MAECI “2024 - Anno delle radici 
italiane nel mondo". Nella seconda giornata, nella "Terra di racconti", 
le narrazioni, suoni e canti dall’Abruzzo, alle radici del mondo, 
a cura di CuntaTerra, con Marcello Sacerdote, attore, contastorie e musicista 
popolare, per coronare il Premio John Fante alla Carriera a  a Dacia Maraini. L'Autrice presentata dalle giurate Maria Rosaria La Morgia e Maria Ida Gaeta, "Per la sua straordinaria capacità di farsi interprete delle voci ai margini, esplorando con 
profondità e sensibilità l’emancipazione delle donne, la violenza di genere, 
l’ingiustizia sociale, la memoria e l’identità, in una scrittura coinvolgente ha influenzato generazioni di scrittori e affascinato 
lettori di tutto il mondo, lasciando un’impronta indelebile".
La terza giornata, nel dialogo con i giurati Maria Ida Gaeta (Presidente giuria), Maria Rosaria La Morgia (giornalista Rai) e Mario Cimini (Università G. D'Annunzio), è stata dedicata alla presentazione delle finaliste del Premio 
John Fante Opera Prima 2024.
Candidati: Emanuela Anechoum, "Tangerinn" (Edizioni e/o 2024), 
Aurora Tamigio, "Il Cognome delle donne" (Feltrinelli 
2023) e Monica Acito, "Uvaspina" (Bompiani 2023). Premio John Fante Opera Prima sezione Abruzzo
: menzione speciale della giuria universitaria a 
Francesco Prosdocimi, "Io e Gio" (Neo edizioni, 2023).
Premio John Fante Opera Prima Cinema:
al Romanzo "Il Nostro grande niente" di Emanuele Aldrovandi (Einaudi, 2024)
.
Presidente Giuria, Stefano Odoardi.
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L'incontro della serata ha visto come protagonista Maria Latella, giornalista Rai, Editorialista del Messaggero che ha diretto per il Gruppo RCS , il settimanale femminile "A" e che ha esordito sul Secolo XIX, lavorando per oltre vent'anni al Corriere della Sera, e ha presentato il suo ultimo capolavoro, "Il Potere delle Donne", Confessioni e consigli delle ragazze di successo (Franchi, Feltrinelli).
Il tema è Emigrazione e Diritto Internazionale e il primo Relatore Antimo Amore (Rai Abruzzo), mette subito sotto i riflettori la sfida epocale della contemporaneitá, da affrontare in maniera razionale, con la domanda che attanaglia tutti: "Abbiamo dimenticato che noi siamo stati emigranti?". Maria Latella parla degli 800 mila giovani che sono andati via dall'Italia, nel racconto degli emigranti nei media e dell'inserimento nelle scuole, che nessuno se ne cura. Non c'è nessuna regìa su questo annoso problema che richiama il tema dell'antagonista di Tramp in una competizione che si è riaccesa è come affrontare i confini con il Messico. Se l'Europa investisse in formazione sarebbero aggiunti elementi importanti per affrontare con incisività l'integrazione. Negli USA non ci si guadagna il pane se non c'è una specifica richiesta del datore di lavoro. Gli altri Relatori, Lucio 
Luca (La Repubblica) e Carlo Paris (già corrispondente Rai per il Medio Oriente), hanno focalizzato argomenti come, "Non c'è Albania in un campo profughi", "O blocchi di reticolati ai confini", "Oppure a sparare alle navi dei volontari". Il mondo è impreparato e i migranti si sposteranno da una parte all'altra dei Continenti lo stesso, nella vergogna a cielo aperto di Lampedusa.
É stato precisato anche che solo il 3% entra nella normalità di un concorso o di un lavoro, con rifugiati e profughi nelle procedure farraginose di riconoscimento, ed occorre prepariarsi all'accoglienza dignitosa perché chi può scappa. I migranti fanno molti lavori che noi non facciamo più, e c'è una velata malinconia nell'emigrazione italiana nel tempo in America, in Europa, nel nord, ed ora Imprenditori di successo. Le paure e la strumentalizzazione vanno combattute per superare il vulnus della coscienza dell'Europa.
Un pubblico vastissimo ha seguito la manifestazione, e quando è stato chiesto ai giornalisti di intervenire, si è elevata una voce univoca, in diretta televisiva, sulla questione di grande attualità e attenzione dello "Jus Schole e Jus Culturae" per dare la cittadinanza ai minori che nascono o giungono da piccoli nel nostro Paese. Nelle scuole ci sono 914.860 alunni che di fatto sono italiani, e che attendono una riforma sostanziale della legge, approvata dalla Camera nell’ottobre del 2015, ma fermatasi al Senato, per i minori stranieri nati in Italia o entrati entro il 12esimo anno di età, con percorsi di istruzione e formazione  professionale triennali o quadriennali”, conclusi con la promozione. Tutto ciò permetterebbe un'equa opportunità alle nuove generazioni di partecipare attivamente alla vita sociale, politica ed economica  del Paese, e rafforzare il senso di appartenenza.
Nella giornata conclusiva, 
la passeggiata fantiana
, sulle tracce di Nick e John in compagnia del torricellano Antonio Piccoli e dei 
membri del Silvi Book Club con brani tratti dai capolavori fantiani.
 Poi gli approfondimenti su John Fante
 del Prof. Francesco Marroni (Università G. d’Annunzio Pescara/Chieti), con il volume "Autobiografismo e furore letterario"
(Aracne, 2013) di Francesca D’Alfonso (Università degli Studi del Molise), 
e Alessandro Aruffo, ricercatore indipendente con "L’identità peligna all’interno di un 
mondo globale". Nel pomeriggio, alla Pineta comunale 
"Fame di Polvere",
 Reading degli scritti del corso della Scuola Holden, guidati dalla scrittura di John Fante, ma anche del suo ispiratore Knut Hamsun 
e del suo discepolo più devoto, Charles Bukowski,  storie 
che non hanno “Paura del rischio e della passione”, a cura del docente Alessio Romano.
 A seguire l'Incontro con Felipe Polleri
, lo scrittore uruguaiano con il suo ultimo Romanzo 
"Grande studio su Baudelaire", (Wojtek Edizioni, 2024), con il giornalista e critico 
letterario Oscar Buonamano
 in collaborazione con Flip - Festival della Letteratura Indipendente di Pomigliano d’Arco.
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L'intervento del Direttore de il Fattoquotidiano.it Peter Gomez, su "Libertà di parola, libertà di 
 stampa e cancel culture", chiude la Kermesse.
Per gli amanti della spettacolo, è stato riservato in ultimo 
"Setak in trio, Assamanù tour",
 Targa Tenco 2024 per il miglior album in dialetto, con Nicola Pomponi (voce e chitarra), Nazareno Pomponi (tastiere) e Alessandro Trabace (violino):
 "Un’immersione emotiva nelle profondità della propria storia personale, tracciata 
dalle corde di una chitarra che abbraccia i suoni globali e proietta le radici 
verso il futuro, dall’Abruzzo all’infinito".


Angelo Vincenzo Grasso
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