L’ospedale di Vigevano, sperimenta lo smartwatch anti-aggressione

Le continue aggressioni al personale medico e paramedico inducono alla ricerca di soluzioni per il contenimento di questo fenomeno. Da ogni città d’Italia giungono continuamente notizie di medici o infermieri picchiati dai parenti dei pazienti e, questi episodi sono per lo più riconducibili ai pronto soccorso. L’ultima soluzione che potrebbe essere praticabile per la velocità di richiesta d’aiuto è quella che sta testando il personale dell’ospedale di Vigevano, un Comune della provincia lombarda di Pavia.

Uno strumento di sicurezza individuale

Lo scorso aprile, nell’ospedale erano stati istituiti un presidio di polizia fino alle 20 e un servizio di vigilanza notturno. Ora, dal 2 gennaio, la Regione Lombardia ha deciso di sperimentare lo smartwatch, un dispositivo da tenere al braccio come un comune orologio che però aiuta gli operatori sanitari ad una condizione di sicurezza.

Com’è fatto…

Il dispositivo è dotato di una scheda sim multi-operatore e di microfono e altoparlante per comunicazioni. Lo smartwatch ha due tasti, uno rosso, che se premuto invia una richiesta di soccorso alla centrale operativa e uno verde per rispondere alle chiamate. Questo presidio di sicurezza permette la comunicazione rapida tra personale sanitario e centrale operativa, h/24 per ogni giorno dell’anno.

…E come funziona

Se un operatore preme il tasto di emergenza, attiva un protocollo che stabilisce un contatto con la centrale operativa, questa verifica la situazione e in caso si necessità contatta le forze dell’ordine. Grazie al sistema Gps, la posizione del richiedente soccorso viene localizzata in tempo reale.

Le parole di Bertolaso

L’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso ha commentato: “Questo dispositivo indossabile ha il vantaggio di essere sempre a portata di mano. Permette all’operatore di avvisare immediatamente i servizi di sicurezza in caso di necessità. Iniziamo la sperimentazione a Vigevano e se i risultati saranno buoni (anche come deterrente) siamo pronti ad estenderne l’utilizzo”.

Foto: milano.corriere.it