Lucha y Siesta denuncia l’assurda procedura di identificazione delle donne ospiti

Foto tratta dal sito https://luchaysiesta.files.wordpress.com/2020/12/1_lucha-segnale_-lucha-y-siesta.jpg

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“Ieri un fatto molto grave ha scosso la comunità della Casa delle Donne Lucha y Siesta: un nutrito gruppo di agenti del Commissariato Tuscolano, approfittando dell’apertura del cancello della casa da parte di un ragazzo che andava a scuola, è entrato, senza preavviso, dentro le stanze. Ha identificato, con una procedura quantomeno atipica, le donne ospiti e i/le minori, senza dare spiegazioni, senza attendere l’ausilio delle avvocate, stanza per stanza”. Inizia così la denuncia delle attiviste della Casa delle Donne Lucha y Siesta che con un comunicato hanno voluto far sapere quanto accaduto ieri nello stabile.“

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Lucha y Siesta è un centro antiviolenza per donne vittime di violenza maschile, e spazio di socialità e di diffusione di cultura contro le discriminazioni di genere nato 12 anni fa da un’occupazione di un’immobile di proprietà dell’Atac. “Cosa o chi pensavano di trovare? Le donne ospitate nella Casa stanno vivendo percorsi di fuoriuscita dalla violenza, sono seguite dai servizi sociali, hanno fatto un percorso di ascolto, di screening sanitario regionale, sono seguite in collaborazione con altre associazioni che si occupano di contrasto alla violenza di genere e che trovano in Lucha una risorsa preziosa. Le loro identità sono ben note; perché, quindi, identificarle e agire nei loro confronti l’ennesima violenza? Quale sarebbe il senso di una simile operazione? Quale poi il ruolo della Procura della Repubblica nel contrasto alla violenza?”, continua il comunicato.

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“Per quanto ci riguarda quanto accaduto si inserisce nello stesso solco delle sentenze discriminatorie nei confronti delle donne che denunciano le violenze. Perché tanto accanimento nonostante la Regione Lazio abbia riconfermato il proprio impegno per acquistare l’immobile? Sono domande legittime che nascono dalla incongruenza tra quello che le istituzioni vanno sbandierando e la realtà dei comportamenti delle forze dell’ordine. È inaccettabile”. L’accaduto ha suscitato una reazione politica: “L’esperienza di Lucha y Siesta rappresenta un patrimonio per l’intera città di Roma”, commenta Giovanna Pugliese, assessora regionale alle Pari Opportunità. “La Regione intende riconoscere il grande lavoro che la Casa delle donne Lucha y Siesta compie da oltre 10 anni nei percorsi di accoglienza, fuoriuscita dalla violenza e per la prevenzione. Lucha y Siesta è diventata un punto di riferimento a livello nazionale e non può essere lasciata sola. La Regione Lazio, ancora una volta, si schiera dalla parte delle donne”.


Foto di Kaboompics – Pexels

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