È ufficiale, le scuole ripartiranno senza mascherine. Il protocollo sulle misure anti Covid nelle classi scade il 31 agosto e per ora non si prevede un rinnovo. O meglio, i tecnici lavorano per individuare nuove misure che si potrebbero attivare, eventualmente, se peggiora la situazione epidemiologica. E del resto, fa notare chi è coinvolto negli incontri, le mascherine non sono usate più nemmeno ai concerti da decine di migliaia di spettatori, e non avrebbe senso reintrodurle a scuola. Quindi gli studenti cominceranno l’anno 2022-2023, a metà settembre, con il volto scoperto. Quella delle mascherine a scuola è da sempre una delle questioni più dibattute tra i cittadini e dalla politica.
Ci sono dei tecnici che ne parlano nel corso di incontri informali tra ministero alla Salute, all’Istruzione e Istituto superiore di sanità. Si cerca di decidere cosa fare alla scadenza del protocollo. L’idea è di individuare nuove possibili misure da prendere in considerazione se la curva risalisse. Il problema è che non esistono più indicatori certi sull’andamento della pandemia, come un tempo erano i colori delle regioni. Non possono bastare contagi o Rt, perché non esprimono la gravità del virus che sta circolando.
Ci si potrebbe così basare sull’occupazione dei posti letto negli ospedali, magari quelli di terapia intensiva, ma non è detto che sia una soluzione realmente efficace. Inoltre, da molto tempo, ormai, si sarebbe dovuta iniziare una campagna per dotare gli istituti di sistemi di ricambio d’aria. In realtà non si è partiti quasi da nessuna parte, e del resto dopo il decreto dove si chiedeva l’istallazione di sistemi per rendere più sicuri gli ambienti, non sono mai stati indicati i prodotti da acquistare, cosa che dovrebbero decidere le stazioni appaltanti, che però non sono state individuate dai ministeri.
Un documento sulle varie soluzioni tecniche, redatto dall’Istituto superiore di sanità c’è, ma poi la scelta di cosa comprare spetterebbe a chi fa gli acquisti. Ma appunto non si sa chi è incaricato a farli. Anche senza sistemi di ricambio dell’aria, comunque, le mascherine non saranno indossate.
Un altro problema da valutare è quello dell’approvvigionamento, del quale un tempo si occupavano le strutture commissariali. Quando vigeva l’obbligo si acquistavano un milione di mascherine per ogni giorno di scuola. Oggi non risulta che si sia organizzato un nuovo sistema per gli acquisti. Infine, non bisogna sottovalutare la caduta del governo. Le elezioni saranno pochi giorni dopo l’inizio della scuola e l’idea sarebbe quella di non adottare misure drastiche. Si sta quindi tornando giustamente verso la normalità, con l’abolizione delle mascherine nella maggioranza dei luoghi.
Le scuole e i bambini invece restano un argomento ancora controverso e con protocolli ancora molto stringenti. È abitudine in questo paese lasciare i bambini indietro, lo abbiamo visto quando persino i cani potevano fare il giro dell’isolato mentre loro non venivano minimamente considerati. Le mascherine, spesso tenute anche durante la ricreazione all’aperto, con la stagione calda sono particolarmente insopportabili, e lo sappiamo bene noi adulti che la usiamo molto meno e ce ne lamentiamo.
Ormai è assodato: col virus dovremo convivere. Ma se non togliamo le mascherine adesso, con le temperature più miti, quando? Perché il futuro è incerto e abbiamo capito che l’inverno potrebbe riservare sorprese negative. Liberiamo anche i bambini.