Senza il MES, l’alleanza PD-M5S non ha senso. Lo ha detto chiaro e tondo Graziano Delrio, capogruppo del Partito Democratico alla Camera, secondo cui il PD è entrato nel Governo per “recuperare la vocazione europeista”. E un no al MES sarebbe come dire “no” all’Europa. Ma dall’altra parte una fronda del Movimento fondato da Beppe Grillo sembra altrettanto intransigente, e potrebbe non cedere un’unghia sulla questione.
Mercoledì 9 il presidente del Consiglio Giuseppe Conte presenterà in Parlamento la risoluzione di maggioranza su MES e Recovery Fund. In Senato 6 o 8 senatori minacciano di votare No, abbastanza da mettere in crisi l’esecutivo che a Palazzo Madama ha una maggioranza di soli 6 voti. Cosa succederà fra pochi giorni?
“Quando il quadro è troppo fragile basta un incidente parlamentare per far crollare tutto, anche oltre la volontà di chi lo ha provocato”. È il mantra del capodelegazione del PD, Dario Franceschini, nei momenti di crisi. E mai come oggi è necessario allontanare lo spettro della crisi. Anche se a invocare più insistentemente la caduta del Governo Conte sono proprio i suoi compagni di partito.
Lo fa ad esempio Graziano Delrio oggi, in un’intervista a Repubblica, in cui afferma che “se ci fosse uno stop sul percorso che noi riteniamo fondamentale e che tanti benefici ha portato al Paese, non avrebbe più senso portare avanti questa esperienza” di Governo.
Come maggioranza, rivendica il capogruppo, “abbiamo trattato un anno con l’Europa per giungere a questa stesura della riforma del MES”. E se poi non viene approvata in Italia, “le istituzioni repubblicane perderanno la loro credibilità”. Delrio fa quindi una diretta critica a Giuseppe Conte, affermando che “serve un protagonismo diverso da parte del presidente del Consiglio”.
Persino Nicola Zingaretti, fino a poco tempo fa uno dei più fieri sostenitori dell’alleanza PD-M5S – e quindi di Conte – ha detto che governare non è “tirare a campare”.
Il Governo probabilmente non cadrà sul MES, almeno non per diretta colpa delle principali forze di maggioranza, ha detto l’altro giorno l’agenzia di rating Fitch.
La vera minaccia, probabilmente, arriva però da Italia Viva. Renzi ha già detto che non approverà in Parlamento alcuna task force per il Recovery Fund, e “se il 9 Conte va sotto si deve dimettere”. In un’intervista ad Avvenire, la ministra Teresa Bellanova si chiede: “Stiamo con i Paesi fondatori della Ue o con un nazionalista come Orban?”. E avverte: l’autosufficienza non si calcola “in termini esclusivamente numerici”.
Anche se il Governo andrà avanti sul MES, i dissidenti potrebbero tendere una trappola all’esecutivo sul decreto Calabria Bis. In questo caso, Nicola Morra si prenderebbe una grossa rivincita sulla sua forza politica, che proprio sulla questione calabra lo aveva abbandonato