Meta accusata di creare dipendenze tra i giovani

Lo scorso martedì, 24 ottobre è stato avviato un procedimento legale conto Meta, l‘impresa statunitense che controlla i servizi di rete social Facebook e Instagram oltre a WhatsApp e Messenger. Secondo i procuratori generali, l’azienda ha “nascosto il modo in cui queste piattaforme sfruttano e manipolano i consumatori più vulnerabili” e “trascurato i notevoli danni fisici e mentali”.

Gli accusatori

La denuncia è stata depositata presso un tribunale della California. Sono almeno 40 gli Stati americani che hanno intrapreso il percorso legale contro il gigante dei social. La colpa di Meta secondo i procuratori generali è di aver “sfruttato potenti tecnologie per attrarre ed intrappolare giovani e adolescenti allo scopo di ottenere profitto”.

Gli Stati che hanno mosso le accuse affermano che la Società ha “nascosto il modo in cui le piattaforme social manipolano e sfruttano i consumatori più vulnerabili. Questo senza considerare i notevoli danni alla salute fisica e mentale causati ai giovani”.

Due anni di indagini

L’indagine è arrivata dopo che Frances Haugen, una dipendente di Facebook ha “passato” ai media 20 mila pagine di documenti interni che dimostrerebbero come il social antepone il profitto alla sicurezza degli utenti. Una testimonianza di Haugen ai legislatori americani ed europei comproverebbe che Facebook non ha ridotto i contenuti “tossici” e non ci si può aspettare un’inversione di tendenza.

L’azione legale sarebbe la conseguenza di due anni di indagini sui metodi usati da Facebook e Instagram, considerati “coinvolgenti” dalle autorità.

Meta ha dichiarato all’Agenzia di stampa francese AFP di essere delusa che i procuratori abbiano scelto questa strada. “Sarebbe stato più utile cercare, insieme all’Azienda, un modo produttivo per creare degli standard semplici e adeguati all’età degli adolescenti”.

Meta lavora per indurre i giovani a stare di più sui social

Secondo il documento dell’accusa, il modello di Meta tende a massimizzare il tempo che i giovani trascorrono sulle piattaforme sociali, trascurando i danni alla salute. Il procuratore generale di New York Letitia James, che ha annunciato la causa, ha dichiarato che “bambini e adolescenti soffrono di cattiva salute mentale a livelli record. E questo fenomeno, secondo James, va attribuito alle società di social media come Meta. La procuratrice sostiene che questo meccanismo oltre a rendere i bambini dipendenti dai social, abbassa la loro autostima. In pratica, volendo interpretare le sue parole, i più piccoli e vulnerabili trovano “rifugio” in queste piattaforme e ne divengono dipendenti.

Cosa chiede l’accusa

Lo scopo dell’accusa è che la Corte Federale ordini a Meta lo stop a queste presunte tattiche di manipolazione, ma anche quello del pagamento di pesanti sanzioni finanziare. Il magistrato sostiene che “Le società di social media, compresa Media, hanno contribuito alla crisi nazionale della salute mentale giovanile e quindi vanno considerate responsabili”.

La risposta di Meta

L’Azienda replica spiegando di aver sviluppato almeno una 30ina di strumenti nelle sue applicazioni, che vanno a supporto dei giovani e agevolano il controllo genitoriale. Meta giudica poi tutto sommato improduttivo il fatto che i procuratori abbiano preso di mira l’azienda invece di individuare soluzioni a livello di settore. Cita a supporto della sua osservazione la popolarità dei “rivali” TikTok, Youtube e Snap, come a voler dire “a loro non dite niente?”. Sottolinea poi che invece, i giovani nei social possono trovare sostegno dalla comunità, per i problemi della loro vita. Questa affermazione a dire il vero appare un pochino esagerata, ma in fondo qualcosa di vero la contiene.

Foto: didatticapersuasiva.com