Milano, Effetto Covid-19, il CAI dichiara inagibili i bivacchi di montagna

Il Club Alpino Italiano (che ha sede a Milano) dispone di 774 rifugi e bivacchi sul territorio nazionale, ma  la differenza è che il bivacco è una struttura incustodita, ma sempre aperta e gratuita.

A seguito della pandemia da coronavirus e per contenerne la diffusione, il Club Alpino Italiano, informa che i bivacchi montani sono inagibili, in quanto spazi esigui e non sanificati. “Il Club Alpino Italiano, con una decisione sofferta –si legge in una nota- ha dichiarato  inagibili i bivacchi, per contenere la diffusione del coronavirus, in  quanto, non essendo gestiti, non possono essere sanificati. I bivacchi  sono spesso collocati ad alta quota in posizioni difficili da  raggiungere e frequentati da alpinisti ed escursionisti esperti. Giacomo  Benedetti, presidente della Commissione Centrale Rifugi e Opere Alpine  del Club Alpino Italiano, nel comunicare la inagibilità fa però presente  che i Bivacchi non verranno chiusi, in quanto rappresentano un appoggio  per escursionisti ed alpinisti, a disposizione per estrema necessità.  In questo caso saranno i frequentatori che si assumeranno il rischio di  eventuali contagi, considerando le ridotte dimensioni dei Bivacchi e  l’assenza di controlli. Le Sezioni Cai tutte sono chiamate a diffondere questa informazione e  le Sezioni Cai proprietarie dei bivacchi provvederanno a stampare il  cartello informativo da apporre nell’ingresso delle strutture o  all’inizio dei sentieri per i bivacchi posti ad alta quota.  In ogni caso si chiede che altre associazioni, enti locali, Parchi,  operatori turistici e professionisti diffondono questo messaggio,  affinché si possa raggiungere e informare ogni possibile utente. L’attenzione del Cai alla salute dell’uomo, invitandolo a vivere  l’ambiente con prudenza e alla tutela del patrimonio naturale in quanto  risorsa insostituibile è un modo per aiutare  l’Italia a superare le  attuali crisi (climatica e da pandemia) e prepararla per un futuro  ecosostenibile a zero impatti”.