Dopo la morte di George Floyd 46enne afroamericano, per un atto di eccessiva violenza della Polizia, le proteste continuano a sfociare negli Stati Uniti e non solo. Infatti l’odio è giunto fino in Europa e se ieri il nemico da combattere era il silenzioso ed aggressivo Coronavirus oggi torna alla ribalta l’odio razziale , o meglio i simboli secondo alcuni che ne rappresentano nella storia.
A Londra rimossa statua mercante schiavi Milligan, ieri a Bruxelles, che ha rimesso in ballo la sua storia legata al colonialismo in Congo, una statua equestre è stata vandalizzata con numerose iscrizioni tra cui “Blm”, acronimo di Black Lives Matter, ad Anversa un monumento dedicato al sovrano è stato rimosso da una piazza. Il gruppo ‘Réparons l’Histoire’ ha lanciato una petizione all’inizio di giugno sul sito change.org chiedendo di rimuovere tutte le statue di Leopoldo II sul territorio della città di Bruxelles. Gli attivisti trovano incomprensibile che il sovrano, che regnò dal 10 dicembre 1865 fino alla sua morte nel 1909, venga ancora onorato negli spazi pubblici dopo le sue azioni contro il popolo congolese. E visto che anche l’Italia non vuole essere da meno e vuole partecipare, a questa grande caccia alle streghe, ha trovato nella sua storia il colpevole il razzista da immolare, nella figura indiscutibile di colui che rappresenta il giornalismo italiano: Indro Montanelli. Un gruppo di laici ed antifascisti di Milano conosciuti come “I Sentinelli”, chiedono al Sindaco di Milano Giuseppe Sala di rimuovere la statua di Indro Montanelli scultura in bronzo dorato collocata nei giardini pubblici di Milano, con la motivazione che il grande giornalista ha sempre rivendicato un episodio della sua vita “il fatto di avere comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l’aggressione del regime fascista all’Etiopia”. La tristezza è che quest’idea sia stata presa in considerazione dalla sinistra milanese. A parte che l’odio razziale, non si sconfigge con il distruggere i simboli di una storia che bella o brutta che sia c’è, ma combattendo l’ignoranza con la cultura. E’ bene dunque ricordare, che quella statua dedicata a Montanelli, che lo ritrae intento a scrivere sulla propria Lettera 22 è li perché, in quel luogo poco distante Montanelli subì un attentato da parte delle Brigate Rosse nel 1977. Per questo la statua è lì, dedicata a uno dei più grandi giornalisti italiani del secolo scorso. Il razzismo non c’entra nulla, ma siccome ogni pretesto è buono per giudicare la storia, per cavalcare un’onda che non porta a nulla se non far emergere un’ignoranza stellare. L’ignoranza porta ad accodarsi ad una scia, senza saperne realmente la motivazione, ed infatti la richiesta di rimuovere la statua di Montanelli , è l’accodarsi agli eventi che stanno sfociando negli Stati Uniti, per combattere il razzismo, c’è bisogno di dialogo, d’integrazione e soprattutto di cultura. Negli Stati Uniti ci sono le elezioni, purtroppo la morte di Floyd, è diventata campagna elettorale, e non più un tema da affrontare con intelligenza culturale e ciò è molto triste.