Mille persone vivono al buio in un condominio a causa di bollette insolute

condominio buio

Sono un migliaio le persone costrette a vivere al buio in un intero condominio, energia elettrica “tagliata” e nessuna possibilità di illuminazione e di “far andare gli elettrodomestici”. Frigorifero e lavatrice spenti, ma anche la caldaia o il semplice phon asciugacapelli, niente tv né radio, insomma scenari da terzo mondo. La cosa che viene in mente e che si stia parlando di qualche villaggio in Africa o in Indocina, uno di quei villaggi dove l’energia elettrica è spesso interrotta per cause diverse. Invece tutto ciò accade nella Capitale, precisamente in un maxicondominio di via Ugo Ojetti, nella zona Talenti.

I problemi iniziano già al rientro in casa di sera

I Residenti del condominio possono condurre una vita normale (si fa per dire) fino al tramonto, ma poi con l’arrivo della sera tutto diventa complicato. Le scale sono prive di finestre e già rientrare nel proprio appartamento diviene un’operazione strategica, cellulare in mano per far luce e sacchetto della spesa nell’altra mano. Qualcuno è già caduto a causa della mancanza di illuminazione, per fortuna non ha riportato ferite serie, ma rientrare in casa propria, attrezzato tipo minatore, è una cosa davvero insolita.

Il condominio non è di quelli piccolini che ospitano una quindicina di famiglie, qui ci sono fino a otto piani e i residenti sono davvero tanti. Per tutti il problema è simile, ma ci sono alcuni più penalizzati da questa condizione, gli abitanti dei piani alti e le persone con disabilità. E’ ovvio che gli ascensori non possono funzionare. Altra difficoltà si presenta alle mamme con passeggini, che per scendere e salire si producono in esercizi atletici mentre magari cercano di far luce col proprio smartphone.

Il vero problema è nelle case

Senza energia elettrica si è praticamente inibiti alle consuete attività domestiche, non si può comperare spesa da conservare in frigo e non si può sperare di ottenere acqua calda se non scaldandola in un pentolino sul gas. Nessun intrattenimento multimediale, tv, computer, videogiochi. Non si può nemmeno ricorrere ai sistemi di riscaldamento o di raffrescamento, niente forno, lavastoviglie, niente di tutto quello che è munito di spina elettrica…

Il solito amministratore disonesto

Quel condominio di via Ojetti, non è certo parte di un caseggiato di quart’ordine, anzi gli appartamenti costano 4-5 mila euro al metro quadrato e la zona non è di quelle considerate povere e depresse. Il problema allora da cosa scaturisce? Al centro del disagio c’è sempre l’antico motivo: soldi.
La luce è stata staccata dalla società fornitrice, la Proenergy, poiché il condominio ha accumulato insoluti prossimi agli 80 mila euro. All’origine dei mancati pagamenti c’è l’azione disonesta di un precedente amministratore, il quale evidentemente piuttosto che onorare le scadenze ha preferito trattenere per se quel denaro. Le amministrazioni che sono poi succedute non hanno mai avuto modo di colmare quel debito davvero importante. E va detto che solo alcuni giorni fa questo debito con la Proenergy era di circa il doppio. I costi per le spese di gestione delle parti comuni sono alti e gli aumenti dei costi energetici non hanno favorito la situazione già drammaticamente critica.

L’intervento delle Istituzioni

Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative, e Paolo Marchionne presidente del III Municipio, si sono recati domenica scorsa nel condominio. Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, appresa la notizia ha voluto esprimere vicinanza ai residenti del comprensorio. Zevi ha annunciato che Roma Capitale si è attivata per una mediazione con la Proenergy, al fine di arrivare ad una soluzione in tempi rapidi.
Dopo due settimane passate al buio, c’è da sperare che i residenti del condominio riescano ad ottenere dalla società erogatrice. Una sorta di accordo fiduciario (garante il Comune di Roma) che consenta loro di riottenere l’energia elettrica.
Il debito andrà risolto in un modo o nell’altro, questo è pacifico. E non viene da supporre, né che questo sarà assorbito dal Comune, né che possa essere abbuonato dalla Società. I diretti interessati, semmai si arriverà ad un accordo, probabilmente otterranno una linea di dilazioni tali da poter garantire il “rientro”. Per adesso la cosa che conta è che possano riaccendere la luce in casa il prima possibile.