Ha conoscenze psicopedagogiche in quanto formatosi presso l’Istituto per Dirigenti di Comunità Asmara di Roma. È laureato in Scienze Politiche. Attualmente ricopre l’incarico di Capo Allenatore presso il Basket Colleverde.
Dallo scorso anno molte cose sono cambiate, fortunatamente in meglio: il termine delle restrizioni, la ripresa di una vita più “normale”, comprese le attività sportive; com’è stata vissuta la ripartenza da parte dei praticanti?
« Devo dire che si c’è stata subito una grande affluenza nelle palestre da parte di tutti, soprattutto delle giovani generazioni; c’era una gran voglia di rivivere la quotidianità, c’è stato un entusiasmo incredibile che ha rasentato l’euforia in alcuni casi.
Essere costretti a star chiusi in casa, con il terrore del contagio, ha creato un disagio psicologico importante, che avuto ripercussioni negative maggiori proprio nei giovani, abituati a vivere appieno la loro età.
Riprendere quindi anche l’attività sportiva e di conseguenza i rapporti di socializzazione, è stato molto positivo per loro. Gli effetti positivi sono stati immediati: gioia, allegria, entusiasmo ed una gran voglia di stare insieme agli altri.
Non è stato così per tutti però; Alcuni, che evidentemente già prima non erano molto inclini alla socializzazione, si erano chiusi ancor di più in se stessi.
Per quanto mi riguarda, grazie all’esperienza maturata in tanti anni, un po’ alla volta sono riuscito ad abbattere quel muro psicologico che alcuni dei miei allievi avevano eretto a causa della paura e dello smarrimento ed ora sono i primi ad arrivare in palestra e vorrebbero che l’allenamento non finisse mai.
Questa la considero una grande vittoria, vedere i ragazzi allenarsi con il sorriso ed essere soddisfatti di ciò che fanno. Considero i giovani la risorsa più importante e di conseguenza vanno curati e stimolati, soprattutto mentalmente. »
di Paolillo Ruggiero