Laura Seneca, titolare di un locale nel “Borgo” di Monterotondo si sfoga per le chiusure anticipate
” Perché devo chiudere 3 ore prima degli altri? “
Perché per il Borgo e la Passeggiata valgono delle restrizioni e per altre zone della città no?
Tutto è partito da un’ordinanza firmata dal Sindaco Varone il 3 giugno, nel quale non solo regolamentava gli orari di apertura chiusura dei pubblici esercizi, ma anche la modalità di somministrazione degli alcolici.
Nello specifico, i pubblici esercizi situati a Piazza Roma, Viale Bruno Buozzi, Viale Mazzini e Via Faravelli devono chiudere alle 23.30, a differenza degli altri locali situati in altre zone che possono continuare a servire alcolici da asporto fino alle 2.30. Cosa accade quindi?
“Le forze dell’ordine che passano come ogni giorno alle 23.20 a controllare che sia rispettato l’orario della chiusura, che ti aspettano con l’orologio in mano, noi che ci affrettiamo per non rischiare anche una multa, mentre ‘cacciamo’ i nostri clienti, gli stessi clienti che si straniscono e che forse non torneranno più” e che, aggiungiamo noi, si trasferiscono nei locali aperti della città.
Si domanda la nota proprietaria del Centro Storico “I clienti si lamentano, i dipendenti si lamentano, io mi lamento. Mi chiedo: ma cosa stiamo facendo? Ogni giorno 10 ore di preparazione per lavorare un’ora. Dopo tre mesi di quarantena in cui non abbiamo lavorato. Continuare a non lavorare, anzi scusate: sì, abbiamo aperto… quindi a lavorare male.
È questo quello che dobbiamo fare per far dormire nel weekend alle undici gli “abitanti del Centro Storico”, giusto?
Ma tutte queste ore perse chi me le ripaga? Gli stessi abitanti che pur di andare a dormire alle 23,00 danno un aiuto ogni mese? Il Comune?. No perché le utenze e le imposte sono le stesse… eppure chiudo 3 ore prima nelle ore cruciali, e chi ha un locale come il mio può comprendere. Io ogni venerdì all’ora di chiusura ho voglia di lasciare tutto e andare altrove“.
Contattata da noi, Laura Seneca racconta il suo amore per “Monterotondo che è una città ricca di cultura, di artisti, di belle realtà sociali, e di persone che vogliono vivere qui tutto questo. Non cancelliamo quello che stiamo costruendo a causa di piccole e ovvie lamentele di qualche abitante del centro storico. Sarebbe un imperdonabile regresso far diventare questo bellissimo borgo uno sterile dormitorio“.
Pubblicato su -> “I FATTI area metropolitana” – Edizione Luglio 2020 pag. 11
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