Monterotondo. Ora Don Giuseppe Ferrari è tra di noi

Ora Don Giuseppe Ferrari è tra di noi

Una commemorazione, la scopertura di un busto, è un momento solenne, e sincero nel quale ci si emoziona e ci si commuove, principalmente da parte di chi ha avuto un rapporto stretto e affettivo verso la persona di cui si parla, poi la presenza delle Autorità civili, religiose e militari, conferisce all’evento il carattere dell’ufficialità.

Prima di pervenire al momento dell’ufficialità vi sono tanti passaggi organizzativi di preparazione, uno di questi si è svolto lo scorso 18 Dicembre nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Monterotondo Scalo, una manifestazione intima e silenziosa: la collocazione del mezzobusto marmoreo di Don Giuseppe Ferrari nel quale anche se qualcuno ha manifestato a voce qualcosa, sono stati i sentimenti che hanno prevalentemente parlato intrecciandosi tra loro.

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La collocazione dell’opera dello scultore Francisco Dias do Nascimento è stata lenta, meticolosa, fatta con perizia e modestia amorosa, ha richiesto molta energia, per il peso notevole dell’opera, e il nostro artista l’ha eseguita con perizia, personalmente, con quella naturalezza e confidenza che nasce dal rapporto tra un’artista e la sua opera.

Scoprendo il volto dell’opera tutti hanno notato la sorprendente somiglianza con quello di Don Giuseppe Ferrari, la sua espressione animata al punto di sembrare non un pezzo di marmo ma un essere vivo, con qualcosa in più: la sua gioia e la sua misericordia. A distanza di quasi un anno dall’inizio della raccolta dei fondi per l’esecuzione dell’opera, ora il Comitato promotore, costituito da Franco Saulli, Danilo Basso, Mario Ottaviani, Roberto Bruno, Roberto Riggio e Claudio Ciappolini, ha avuto la soddisfazione di vederla realizzata.

Al momento il mezzobusto risulta coperto da un panno ed è collocato in fondo alla Chiesa di Monterotondo Scalo, perché non conoscendo le intenzioni del Vescovo circa la sua partecipazione all’inaugurazione e l’assenza, certa, dovuta alle note limitazioni governative in fatto di movimenti, dei parenti di Don Giuseppe e di alcuni benefattori del Nord Italia, non è possibile definire una data certa circa la sua inaugurazione.


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