Il filosofo, storico leader di Autonomia Operaia è morto a Parigi nella notte scorsa all’età di 90 anni. Nel bene e nel male è stato l’uomo che ha cambiato le nostre vite.
Ne ha dato notizia ai media la moglie Judit Revel ed è stata confermata da Oreste Scalzone (ex leader di Potere Operaio) all’Agenzia di Stampa Ansa.
Le origini
Padovano di nascita, 1 agosto 1933, Dagli anni ’70 è stato forse il maggior teorico della sinistra extraparlamentare e del marxismo operaista. Il suo percorso politico era iniziato nel Partito Socialista ma lo abbandonò per dar vita al Movimento socialista indipendente e al mensile Quaderni rossi.
Evoluzione filosofico-politica
E’ in Potere Operaio che Negri esprime appieno la sua attività filosofica, politica ed intellettuale. Lascerà Potere Operaio nel ’73 e fonderà la rivista Controinformazione, ma soprattutto Autonomia Operaia e ne resterà a guida fino al 1979 quando il gruppo si sciolse. Il Partito Radicale lo candidò nel 1983 e venne eletto con più di 13 mila preferenze. Dovette però riparare in Francia nello stesso anno poiché coinvolto nei processi del “7 aprile”. Tornò in Italia nel luglio del 1997 e scontò la condanna a 12 anni di carcere fino al 1999 quando ottenne la semilibertà e poi quella totale nel 2003.
Il “Cattivo maestro”
Personaggio controverso da molti definito “cattivo maestro” ha avuto però il grande merito di saper destare le coscienze. La deriva violenta ne ha sancito la figura da “mettere al bando”. Fu però l’uomo che ebbe il coraggio di tentare di sovvertire lo status della politica, innalzando il popolo operaio al ruolo di comprimario nella società.
Rimase lucido negli anni e senza mai rinnegare il pensiero, applicò una critica severa agli atti della sua vita. Per molti rimarrà colui che seppe fare la differenza. Chi ha potuto/saputo cogliere il suo pensiero, seppure con tutte le sfumature estreme, è stato obbligato a una crescita interiore filosofica e politica. Il resto è storia nota.
Foto dal profilo Facebook di Toni Negri