La Russia replica alle sanzioni e ha annunciato il divieto di esportazione per più di 200 prodotti e attrezzature straniere fino alla fine del 2022. Intanto il Regno Unito oggi ha disposto il congelamento dei beni di sette oligarchi russi. Per questi è inoltre vietato l’ingresso nel Paese. Tra le persone colpite dal provvedimento britannico c’è anche Roman Abramovich, l’ex patron del Chelsea.
Il divieto
Il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha firmato l’ordine di divieto per diversi prodotti. Dalle apparecchiature tecnologiche e di comunicazione a quelle mediche, dai veicoli e le macchine agricole ai dispositivi elettronici. E’ limitata anche l’esportazione di alcuni legnami, ma si parla anche di vagoni ferroviari e locomotive, container, macchine per la lavorazione di metalli. Tutti limitati verso i Paesi esteri.
Nell’elenco del divieto di export ai Paesi esteri non ci sono quegli Stati che appartengono all’Unione economica eurasiatica. Vale a dire: Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Kyrgyzstan. Per l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud è invece approvato un decreto dedicato.
Vladimir Putin vuol dimostrare così che la battaglia commerciale non è limitata al gas ma che ha molte altre chances in ambito economico per rispondere all’azione delle sanzioni di Europa e America.
Le” frecce” dell’arco russo
Prescindendo dal settore energia la preoccupazione riguarda le altre produzioni russe. Nel settore acciaio la Russia è il quinto produttore al mondo. E’ inoltre al secondo posto della classifica mondiale per la produzione di concimi e fertilizzanti, nonché primo al mondo per l’esportazione del grano.
Riflessi in Italia
Nel nostro Paese le ripercussioni non sono trascurabili, infatti secondo un’indagine del Sole 24 Ore, le aziende che esportano in Russia sono circa 15 mila.