Multa di oltre 27.000 euro al primario. Ha lavorato troppo durante la pandemia

Una sanzione esemplare per l’ex direttore del pronto soccorso del policlinico di Bari, Vito Procacci, per aver lavorato in straordinario nel periodo della pandemia. Il primario ha così superato il monte ore previsto dalla legge e non ha rispettato i riposi previsti.

La latitanza della memoria

Strano Paese il nostro che ritrae e fa rimbalzare in rete, tra commenti gonfi di orgoglio e di apprezzamento, immagini delle infermiere esauste e medici che fanno doppi turni senza sosta. Strano e irriconoscente, insensibile fino alla mancata elasticità sull’applicazione di regole che vengono superate per la contingenza del momento, per l’emergenza, per l’ovvio intento di salvare vite umane. Poi a emergenza finita, si tirano le somme e si mettono sotto esame tutti quei comportamenti che hanno infranto le sacrosante leggi sul lavoro, senza nemmeno turarsi il naso o provare un pizzico di vergogna nel crocifiggere chi solo qualche mese fa era appellato come eroe.

L’ispettorato del lavoro

Che si tratti di un operaio metalmeccanico o di un medico impegnato a salvare vite (rischiando la propria), il lungo braccio della legge dell’Ispettorato del Lavoro (in questo caso quello di Bari) non transige. Così quell’eroe, uno dei tanti, adesso diventa quasi un impostore, uno che in barba alle regole lavora oltre il consentito, ergo, si becca una multa di oltre 27 mila euro.

Il medico non ci sta e scrive a Mattarella

Vito Procacci naturalmente si sarà sentito “cornuto e mazziato” e come dargli torto? Tanto che ha deciso di portare il suo “caso” all’attenzione del presidente della Repubblica.

Nel testo il medico spiega che dopo tutto l’impegno suo e della sue equipe per rendere ai cittadini un servizio essenziale, in rispetto al Giuramento di Ippocrate e all’articolo 32 della Costituzione, riceve questo trattamento dallo Stato. “Uno Stato che amo – precisa Procacci – ma nel quale oggi faccio fatica a riconoscermi”. Poi confida al Presidente Mattarella il proprio sgomento, la delusione e l’amarezza, precisando che nel periodo della pandemia la struttura da lui gestita ha salvato 8.600 pazienti, di cui 1.600 ventilati meccanicamente.

Eroi

Il testo della lettera prosegue raccontando lo stupore di un provvedimento in fondo inatteso: “Nei giorni scorsi io e i miei colleghi, direttori di reparti intensi, impegnati nel periodo Covid, siamo rimasti allibiti. Abbiamo ricevuto dal locale ispettorato del lavoro una pesante e paradossale sanzione amministrativa, che nel mio caso è pari a 27.100 euro. Tutto ciò, per aver adempiuto al nostro dovere ineluttabile di operatori sanitari durante il periodo tragico dell’emergenza Covid”.

Non posso negarle che mi sento profondamente ferito da un Paese che fino a poco tempo fa ci definiva eroi, insignendoci, tra l’altro, di un premio per aver fatto respirare la gente di Puglia. Oggi ci chiama trasgressori in un burocratico quanto asettico verbale di sanzione amministrativa”, conclude la lettera del medico.

Una denuncia che forse non produrrà effetti, che probabilmente non avrà la forza di indurre Sergio Mattarella, seppure nel suo ruolo di capo di Stato, a mediare contro l’applicazione di una legge. Ma non mancano gli strumenti che la Repubblica ha a disposizione per rimediare ad un provvedimento che appare ingrato e cieco nell’applicazione da manuale di una regola infranta nella necessità. L’auspicio di molti è che questi strumenti vengano adottati, altrimenti non avremmo imparato nulla dalla brutta e luttuosa emergenza vissuta.

Foto tratta dalla pagina Facebook del dottor Vito Procacci

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