Artisti si nasce
Donato D’Angelo nasce a Roccadaspide nel Cilento in provincia di Salerno, già in tenera età, sette anni, per imitare il papà che per vivere lavorava il legno, con un coltellino comincia a fare i primi intarsi nel legno. Era il 1965 quando all’età di 15 anni si trasferisce a Roma; qui conosce il suo maestro d’arte, un sardo di cognome Marra. Grazie agli insegnamenti del Marra affina la tecnica della sua innata qualità, comincia a lavorare il legno usando piccole tavolette da un centimetro di spessore. Lavora sodo, quest’arte lo appassiona.
Il tempo passa veloce ed inesorabile
Nel giugno 1968 il nostro amico Donato parte per il servizio militare. Al passo di marcia passano sedici mesi, questo durava in quegli anni il servizio obbligatorio di leva, e fa ritorno a casa. Subito si mette alla ricerca del suo caro maestro, ma viene a sapere che era tornato in Sardegna, nel suo paese di origine. Un po’ smarrito, perché non c’era più il suo mentore, inizia a fare un altro lavoro.. Bisogna mangiare e farsi una famiglia, e l’arte in Italia purtroppo non sempre ti dà da mangiare.
Nel 2000 decide di riprendere la sua vecchia passione, l’intarsio del legno. Riprende il percorso artistico con un tavolo su cui ha disegnato un pettirosso su una siepe, questo soggetto successivamente è divenuto un quadro che ancora conserva gelosamente, nel 2006 va i pensione e da allora ha realizzato oltre 40 opere.
Una delle opere che gelosamente conserva e più gli sta a cuore è una jeep militare americana, Donato si emoziona quando ci svela il perché ha scelto un soggetto così particolare per realizzare una sua opera.
Era il 9 settembre 1943, quando le truppe alleate comandate dai generali Mark Wayne Clark, Richard L.MaCreery e Ernest J.Dawley spazzavano via le truppe tedesche e subito dopo sfilavano trionfanti per le vie dei paesi di quell’angolo d’Italia Liberata, e il nostro artista, pur non avendo vissuto in prima persona quei momenti, ha voluto ricordare i racconti del papà, del nonno e degli anziani del paese proprio realizzando quella Jeep, e mentre eseguiva questo capolavoro, immaginava la loro immensa felicità ed emozione di essere tornati liberi!
La libertà non ha prezzo, ma quella jeep vale ancor di più, è il simbolo di un sogno che è diventato realtà.