La parola all’erborista
Rubrica di erboristeria a cura del Dott. Francesco D’Ambrosio
La calendula: fior d’ogni mese
Fra le tante piante che mi sono venute in mente per questo mese, ho pensato alla Calendula. Tipica per i suoi fiori gialli o giallo-arancioni. I contadini di un tempo osservavano la Calendula perché, se la mattina dopo le sette, i suoi fiori erano ancora chiusi, allora avrebbe piovuto nella giornata. Per questo motivo la Calendula in tempi passati era ritenuta annunciatrice della pioggia.
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Il nome della Calendula ha una derivazione latina “calende” e si riferisce alla fioritura di questa pianta che è durevole nell’anno, per questa ragione è chiamata anche “fior d’ogni mese”. Proprio in virtù di questa particolarità la pianta fu molto lodata in passato dagli interpreti della medicina “signaturistica” come ottimo medicamento e utile rimedio contro i dolori periodici.
La Calendula è molto diffusa in Germania dove è coltivata ed utilizzata per produzioni officinali. La farmacopea ufficiale tedesca, inoltre, menziona la Calendula come medicamento. Ma senza dover arrivare così lontano anche nel nostro paese la Calendula occupa un posto di primo piano.
Tra le piante nostrane fu molto utilizzata nel Medioevo, fu poi trascurata per molto tempo e solo la medicina moderna, l’ha riportata in auge. Oggi la Calendula per il contenuto di sostanze medicamentose è ritenuta un rimedio davvero prezioso.
Andiamo adesso a parlare dei suoi principi. Contiene pigmenti flavonici, un principio amaro, una saponina, una resina, un olio essenziale, acidi, alcol e tracce di acido salicilico.
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La Calendula è un buon depuratore del sangue è indicata nelle forme di epatopatie infettive, nell’itterizia ed aiuta a fluidificare la secrezione biliare. Ha un effetto depurativo e tonico per la circolazione sanguigna.
È utilizzata per i problemi di vene varicose, flebiti e ulcere da varici. Inoltre è un ottimo rimedio per i geloni, le fistole e le piaghe da bruciature. In questi casi è consigliato l’uso della pomata a base di Calendula.
Favorisce la guarigione delle ferite, è, infatti, uno dei migliori vulnerari antisettici, antinfiammatori e cicatrizzanti della flora europea. In particolare consente di attenuare il fastidio dovuto alla tensione delle ferite post-operatorie favorendo appunto la cicatrizzazione rimarginando le ferite senza esiti evidenti.
Riveste anche un particolare interesse in ginecologia per le sue proprietà emmenagoghe. Favorisce, infatti, l’afflusso di sangue nell’area pelvica e nell’utero favorendo le mestruazioni quando sono scarse o totalmente assenti. Inoltre i lavaggi con l’infuso di Calendula sono indicati per le micosi vaginali.
L’uso della pianta è utile anche nelle micosi in genere, ed in particolare, oltre a quelle descritte anche per quelle del piede nel quale guarisce le piaghe dovute all’infezione fungina.
La tintura di Calendula o l’oleolito è invece utilizzabile su contusioni, ematomi, strappi muscolari e persino su piaghe purulente, su piaghe da decubito e tumefazioni.
Il succo fresco è utile per le macchie pigmentose e quelle tipiche dell’età senile. Impiegata in tisana è ottima per le malattie del tubo digerente, contro le ulcere gastriche e le infiammazioni del duodeno, l’idropisia (ossia nell’eccesso di liquidi nel tessuto sottocutaneo o nelle cavità sierose) e l’ematuria (presenza di sangue nelle urine.
Infine la Calendula ha buone proprietà antinfiammatorie ed antibatteriche dovute agli acidi fenolici e ad altri principi attivi contenuti che esercitano un’azione batteriostatica nei confronti dello Stafilococcus aureo e di alcuni streptococchi, determinando nel contempo l’attivazione della risposta leucocitaria favorendo quindi la rapida guarigione delle infiammazioni localizzate nel tessuto connettivo. Come si suol dire “chi più ne ha più ne metta”.
Vi lascio con il mio augurio per il Nuovo Anno, che sia pieno di Salute e Serenità.