Questa mattina i collaboratori di Navalny hanno reso noto che le autorità russe, per il terzo giorno consecutivo, hanno negato l’accesso all’obitorio alla famiglia. “La madre di Alexei e i suoi avvocati sono arrivati all’obitorio ma non gli è stato permesso di entrare”.
Il racconto sui social
La portavoce di Alexei Navalny, Kira Yarmish ha scritto su X “Il corpo sarà reso alla famiglia non prima di altri 14 giorni”. Il motivo è che la salma deve essere sottoposta a “esami chimici”. Yarmish scrive che le autorità russe hanno negato per il terzo giorno l’accesso all’obitorio alla famiglia ed agli avvocati. Uno degli avvocati, sempre in base a quanto scrive la portavoce, sarebbe stato “letteralmente spinto fuori”.
Il portavoce del Cremlino
Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, citato dall’agenzia Tass, ha precisato: “Non siamo coinvolti nella questione, non è una funzione dell’amministrazione presidenziale”.
Lo stesso portavoce aveva replicato duramente alle accuse contro Vladimir Putin, di Usa e Unione europea, definendole: “Rozze e inammissibili”. Oggi Peskov ha precisato che l’inchiesta sull’accaduto è ancora in corso e al momento non sono emersi risultati rilevanti. Dai toni del portavoce del Cremlino emerge chiaramente il disagio che la vicenda sta arrecando all’establishment di Mosca.
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