Nuovo Dpcm, arriva la firma di Conte: Lombardia e Sicilia in zona rossa ma riapre la scuola confermate tutte le chiusure e i divieti

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Il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm che sarà in vigore dal 16 gennaio fino al 5 marzo. Pronta a partire la nuova stretta per evitare, come riporta gds.it, che anche l’Italia finisca nella stessa situazione di Gran Bretagna e Germania, costringendo il governo all’unica soluzione possibile in quel caso: un nuovo lockdown nazionale.

Le ultime modifiche al Dpcm sono state definitivamente approvate dal consiglio dei ministri dopo una lunga discussione. Le misure sono in larga parte quelle annunciate e di fatto sono una seconda edizione delle restrizioni natalizie. Nessun passo indietro, dunque.

Resta il coprifuoco dalle 22 alle 5 e parte l’inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì: con Rt 1 o con un livello di rischio ‘alto’ o, ancora, con un’incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione, con Rt a 1,25 in rosso. Anche perché gli esperti già conoscono i dati che la cabina di regia analizzerà nelle prossime ore: tutti gli indicatori sono peggiorati nella settimana che si sta per concludere. E in base all’ultimo monitoraggio, con le modifiche introdotte dal decreto, solo 6 regioni rimarrebbero gialle: Abruzzo, Basilicata, Campania, Sardegna, Toscana e Valle d’Aosta. Tutte le altre rischiano l’arancione, con la Lombardia e la Sicilia molto probabilmente in zona rossa. Se però a mandare in rosso la Lombardia sono i numeri, a far scattare le restrizioni più dure in Sicilia è la richiesta del presidente Nello Musumeci, che sarà accolta da Speranza.

LA SCUOLA
A partire da lunedì le scuole superiori di secondo grado “adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica… in modo che…almeno al 50% e fino ad un massimo del 75% della popolazione studentesca sia garantita l’attività didattica in presenza”. Per le scuole dell’infanzia, per le elementari e le medie, prosegue il testo, la didattica continua a svolgersi “integralmente in presenza”. Al momento restano le ordinanze regionali, come quella che in Sicilia tiene chiuse le scuole superiori fino alla fine del mese.

LE MODIFICHE
Qualche modifica rispetto alle bozze il governo però l’ha fatta. Il divieto di spostamento tra le regioni, comprese quelle gialle, sarà in vigore fino al 15 febbraio e non più al 5 marzo. Fino a quella data sarà invece valida la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa. E sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia.

L’ASPORTO
Il governo ha poi confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18. Provvedimento fortemente criticato dalle Regioni: “Non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori” ha detto il presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini a nome di tutti i governatori. Durante la riunione era stato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia a rispondere sottolineando che l’esecutivo avrebbe mantenuto la norma per evitare casi di movida, ma palazzo Chigi e il Mise si sarebbero messi al lavoro per “limitare al massimo i divieti” alle sole bevande e alcolici. Nella bozza entrata in Cdm, però, di modifiche non c’è traccia. Sempre Boccia ha garantito, nonostante la crisi di governo, “massima priorità” per i ristori a tutte le attività costrette a fermarsi. Tra queste c’è lo sci: gli impianti non riapriranno almeno fino al 15 febbraio, nonostante alcuni presidenti chiedano che almeno nelle zone gialle sia consentita l’attività ai soli residenti.

PALESTRE E PISCINE
Chiuse anche palestre e piscine – anche se si continua a lavorare per consentire la ripresa almeno agli sport individuali nelle zone gialle – così come cinema e teatri. Tornano invece le crociere ed è confermata l’apertura dei musei, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali. “E’ un servizio ai residenti – ha sottolineato il ministro Dario Franceschini – è un primo passo, un segnale di riapertura” per il futuro. Non l’unico. Con il decreto viene infatti introdotta la ‘zona bianca’, in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci – 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio basso – fanno sì che ci vorranno mesi prima che una regione possa trovarcisi.

RT IN CRESCITA IN ITALIA
L’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,09 (range 1,04-1,13) in aumento da cinque settimane. Lo evidenzia la bozza del monitoraggio settimanale ministero della Salute-Istituto superiore di sanità. Solo due Regioni/PPAA (Bolzano e Lombardia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1,25 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 3. Valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio nella Regione Veneto (365,21 per 100.000 abitanti), PA di Bolzano (320,82), Emilia Romagna (284,64), e Friuli Venezia Giulia (270,77). E su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Così nella bozza del monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss. “Il Ssn ha mostrato i primi segni di criticità – si legge – quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”.

SICILIA RT SUPERIORE A 1
Nove regioni (Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta) hanno un Rt puntuale maggiore a uno nel limite inferiore, compatibili con uno scenario tipo 2. Altre 10 hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno ma sono tutte, tranne una, con un Rt medio sopra uno o appena sotto. Lo rileva la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.

IN SICILIA ALLERTA RICOVERI
Nella bozza del report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss, si legge che sono 12 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o in aree mediche sopra la soglia critica (contro le 13 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua a essere sopra la soglia critica (30%). “Complessivamente – rileva il rapporto – il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.579 (04/01/2021) a 2.636 (12/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche aumenta anche lievemente, passando da 23.317 (04/01/2021) a 23.712 (12/01/2021). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza impongono comunque misure restrittive”. In compenso però si osserva “una diminuzione delle allerte di resilienze riportate dalle Regioni, con 10 Regioni senza allerte segnalate (vs una la settimana precedente). Questa settimana sono due le Regioni (Calabria e Sicilia) con molteplici allerte di resilienza segnalate”.

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