La tragedia si consuma sabato 20 aprile alle porte della Capitale. Roberto, autista del 118 era di Sacrofano e per un cambio di turno era stato mandato a Monterotondo, dove c’era un’emergenza. Un signore era in arresto cardiaco e l’ambulanza era corsa in soccorso. Proprio durante le operazioni di rianimazione del paziente, Campigotto ha avuto un infarto. Sul posto sono arrivate altre due ambulanze e l’elisoccorso col medico rianimatore. L’operatore è stato subito trasferito all’ospedale di Monterotondo, ma proprio durante il trasporto l’uomo è spirato.
Il commento del SSN
A darne notizia è stata Salute Lazio, la sezione di aggiornamento sulle questioni sanitarie della Regione Lazio. Nel commento pubblicato per il triste episodio si legge: “Il Servizio sanitario regionale si stringe al dolore della famiglia, degli amici e della comunità aziendale di Roberto. Autista soccorritore di Ares 118 venuto a mancare prematuramente mentre svolgeva il proprio lavoro con la dedizione e lo spirito di servizio che lo hanno sempre contraddistinto. Non smetteremo mai di ringraziare tutti gli operatori che ogni giorno salvano vite umane grazie al loro impegno e che oggi sono state colpite da un grave lutto di cui è partecipe l’intera Regione Lazio”.
Il presidente del Sis 118
Anche il presidente nazionale del Sis 118, Mario Balzanelli ha tenuto a spendere parole sulla tragedia. “Roberto è deceduto per un arresto cardiaco improvviso mentre era impegnato a salvare la vita di un uomo con la rianimazione cardiopolmonare. Faccio le condoglianze alla famiglia e esprimo vicinanza ai colleghi, anche da parte del Sis 118”.
Il sindacato
Alessandro Saulini, segretario NurSind ARES 118 ha detto: “Questo è il momento del lutto e ci stringiamo vicino alla famiglia. Ma questa tragedia impone un momento di riflessione. Come sindacato da tempo denunciano un aumento di carico di lavoro insostenibile. Il peggioramento per la quantità e qualità di interventi, e le condizioni di lavoro a cui il personale è sottoposto. Troppo spesso si lavora solo in due anziché in tre. Roberto, come dicono tutti, era un collega valido. Lo ricorderemo sempre”.
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