Non c’è ancora una data o una indicazione da parte del governo per la riapertura degli stabilimenti balneari, che comunque si stanno organizzando autonomamente in attesa di un “decreto ultim’ora”, come siamo stati abituati ultimamente.
Molto probabilmente saranno ridotti lettini e ombrelloni, coperti dei ristoranti interni, che probabilmente incentiveranno il consumo dei cibi direttamente in spiaggia, anche se con la calura che va da mezzogiorno e mezzo alle 14.30 sarà alquanto improbabile che siano molti coloro che decidano di pranzare sulla spiaggia, senza contare il rischio di ritrovare rifiuti sparsi ovunque.
Quel che sicuro che lieviteranno decisamente i costi per gli utenti e molti dovranno rinunciare al mare quest’anno, che diventerà un privilegio per ricchi e tutti coloro che possono permettersi di prenotare i pochi posti disponibili.
I gestori stanno studiano le soluzioni possibili, prendendo misure, spostando le attrezzature e cercando di guadagnare fino all’ultimo centimetro disponibile, senza perdere la speranza di ripartire al più presto; quindi niente muri di plexiglas, irrealistici e poco funzionali.
Le distanze potrebbero variare fino a 4 metri tra un ombrellone e l’altro, facendo perdere almeno la metà dei posti previsti e chiaramente un aumento dei costi, dovuto anche a sanificazioni giornaliere che dovranno essere fatte sulle attrezzature e i luoghi comuni; alcuni pensano proprio che forse non varrà neanche la pena di riaprire se non ci sarà un numero sufficiente di avventori da poter ospitare, in base a quelle che saranno le disposizioni del governo.