La pensione di invalidità civile viene riconosciuta in percentuale, ossia varia in base allo stato di gravità riconosciuto a causa di malattie e menomazioni stabili, nonché croniche di diversa natura, come: fisica, psichica o intellettiva, nonché visiva e uditiva. In linea generale, con il termine invalidità civile si indica l’incapacità attribuita a un individuo avente un’età compresa fra i 18 e i 67 anni di non riuscire a svolgere le normali funzioni quotidiane, oppure le normali attività relazionali per l’effetto della menomazione o per il deficit riscontrato.
La normativa attuale dispone il riconoscimento dell’invalidità civile quando viene riscontrata una riduzione continuativa della capacità nell’esecuzione di qualsiasi attività occupazionale, intesa come abilità lavorativa non inferiore al 33%. La riduzione, ovviamente, non deve risultare imputabile a cause di servizio, lavoro o guerra. Per individui minori di 18 anni, viene attribuita al soggetto un’invalidità civile dovuta per riscontrata difficoltà nello svolgere un’attività lavorativa, il riconoscimento è proporzionale all’età dell’individuo.
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Durante la pandemia, non è stato possibile per tante persone riuscire a concludere l’iter per il riconoscimento dell’invalidità civile e della rispettiva pensione. L’assegnazione del sussidio ordinario di invalidità è stato bloccato in questi mesi, ma con il messaggio n.2330 del 5 giugno 2020, l’INPS ha reso nota la ripresa della regolare attività per il riconoscimento del grado delle invalidità civili, predisponendo il regolare continuo delle visite medico legali delle ASL di competenza, espletare la pratica degli accertamenti, nonché per gli aggravamenti per il riconoscimento delle invalidità civili quali cecità civile, sordità e handicap.
Alle ASL spetta ora la riapertura del calendario delle viste in base alle regolari modalità. Le persone saranno convocate per la visita o il completamento degli atti già presentati con una lettera di convocazione via posta e con un SMS che riporterà data e ora dell’appuntamento fissato.
Quali sono le percentuali attribuite alle persone aventi un’età anagrafica fra i 18 e i 67 anni? Rispondiamo attraverso i numeri di Trend-Online:
• il soggetto non viene riconosciuto invalido quando la percentuale è inferiore al 33%, quindi, viene classificato con la dicitura non invalido. Il richiedente riceverà un verbale contenente la locuzione con la forma che indica la mancanza della patologia, oppure, la diminuzione della capacità lavorativa minore di un terzo;
• con il riconoscimento della percentuale dal 34% viene concesso l’ausilio e protesi in forma gratuita, un’autorizzazione che dipende da quanto indicato nel verbale di invalidità;
• con una percentuale dal 46%oltre alle concessioni indicati sopra, viene attribuita l’iscrizione alle liste di collocamento con la percentuale di invalidità per favorire un’assunzione agevolata;
• il soggetto a cui viene riconosciuta una percentuale del 50%, ha diritto alle concessioni dei punti innanzi descritti, oltre al congedo straordinariofinalizzato alle cure, sempre se disciplinato dal CCNL;
• con il riconoscimento dal 67%, l’invalido riceve la riduzione della capacità lavorativa maggiore di 2/3, quindi ha diritto oltre quanto indicato innanzi, all’esenzione in forma parziale sul pagamento del ticket (visite, esami e diagnostica). Mentre, dovrà versare la quota fissa predisposta per la ricetta. In ogni caso è bene verificare presso l’Asl di appartenenza la presenza di ulteriori diritti;
• il soggetto a cui viene riconosciuta una percentuale dal 74%, riceve l’attribuzione di una riduzione permanente, ha diritto ai riconoscimenti innanzi descritti e all’erogazione equivalente all’assegno mensile, sempre se vengono riconosciuti tutti i requisiti, inoltre, può accedere all’Ape Sociale;
• con il riconoscimento del 100% equivalente a un’invalidità permanente, il soggetto ha diritto oltre alle indicazioni precisate innanzi e, anche all’erogazione della pensione di inabilità, sempre se vengono riconosciuti tutti i requisiti. Non ha diritto all’assegno mensile.
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Prima del riconoscimento dei benefici economici, il richiedente deve essere sottoposto alla visita medica innanzi a una Commissione apposita, che valuta lo stato di inabilità e rilascia un verbale di invalidità civile, in cui riconosce e attribuisce il grado di percentuale di invalidità. Pertanto, l’assegno pensionistico non è legato al 100% di invalidità. Devono tuttavia essere presenti i seguenti criteri:
• soggetto incapace di deambulare in modo autonomo;
• persona che non è in grado di compiere le azioni quotidiane, necessitando in modo stabile e continuativo di un accompagnatore, quindi, il soggetto necessità di un’assistenza che si protrae nel tempo;
• soggetti affetti da patologie gravi e invalidanti come, può essere appunto quella oncologica.