Per tutti coloro che si apprestano a festeggiare la festa di liberazione il 25 di aprile, forse sarebbe utile una rinfrescata alla memoria, oppure aprire i libri di storia che sono stati tenuti nascosti sui banchi di scuola, gli stessi dove sono stati massacrati 184 bambini ed i loro insegnanti.
La strage di Gorla è un evento tragico della Seconda Guerra Mondiale, uno dei più gravi accadimenti, di cui però non vi sono memorabili celebrazioni se non quelle comunali. La maggior parte dei non milanesi probabilmente nemmeno l’ha mai sentita nominare.
I fatti ebbero luogo durante un bombardamento alleato che coinvolse il quartiere milanese di Gorla il 20 ottobre 1944, causando oltre 600 morti; una strage voluta, che si sarebbe stata potuta evitare, ma venne compiuta in nome della crudeltà umana e del disprezzo per la vita.
Verso la metà di ottobre la RAF (Royal Air Force) affidò alla 15° USAAF il compito di distruggere attraverso bombardamenti mirati le produzioni industriali e siderurgiche del nord Italia, governato dalla RSI.
Il 20 ottobre 36 bombardieri B-24 del 451° Bomb Group si levarono in volo da Castelluccio dei Sauri in Puglia con l’obiettivo di bombardare gli stabilimenti della Breda a San Giovanni, mentre gli stabilimenti automobilistici della Isotta Fraschini e dell’Alfa Romeo vennero presi di mira da altri bombardieri.
Quest’ultimi portarono a compimento la loro missione con un limitato numero di vittime civili, mentre il 451° comandato dal colonnello James B. Knapp, compí una serie di gravi errori che portano alla strage.
La prima ondata di attacco fallì a causa di un corto circuito dell’aereo capo formazione che sgancio le bombe prima del dovuto, imitato conseguentemente dal resto degli aerei e il carico finí in aperta campagna senza causare danni; la seconda Ondata per un errore di trascrizione delle coordinate virò di 22 ° a destra invece che a sinistra.
Rientrare sull’obiettivo era impossibile E per ragioni di sicurezza i bombardieri non potevano atterrare con le bombe innescate; Knapp avrebbe potuto ordinare di scaricarle nel mare Adriatico oppure sulle campagne cremonesi, invece decise di sganciare le 342 bombe da 500 libbre sull’abitato sottostante, compiendo un vero e proprio crimine di guerra mai perseguito.
Dagli Stati Uniti non sono mai arrivate neanche le scuse, ma soltanto una lettera di condoglianze durante le celebrazioni del 2019 dopo ben 75 anni.
Alle ore 11.29 di quel maledetto giorno, gli abitanti di Gorla e di Precotto furono investiti da una pioggia mortale, una di queste bombe colpì il vano scale della scuola elementare “Francesco Crispi”, proprio mentre gli alunni si apprestavano a raggiungere i rifugi antiaerei scendendo lungo la rampa.
Il bilancio fu straziante, perirono 184 bambini, 4 bidelli, 1 assistente sanitaria, la direttrice scolastica e 14 insegnanti.
Oggi di quel tragico giorno resta soltanto un monumento costruito con un cippo di marmo, una celebrazione che viene tenuta ogni anno con la partecipazione dei sopravvissuti, che probabilmente l’ultima cosa che festeggeranno sarà proprio il 25 di aprile.
La strage di Gorla è solamente uno dei tragici episodi di persecuzione della popolazione civile italiana per opera dei “liberatori”, possiamo citare anche la distruzione di Cassino, le Marocchinate, oppure le svariate “eroiche” imprese partigiane, ma questa è un’altra storia …
“Good Morning Italia”.