C’è l’ok al progetto di fattibilità tecnico-economica da parte della Giunta capitolina, alla Casa delle Famiglie a Pietralata. La struttura che era denominata “Centro di accoglienza dei senza fissa dimora” ha cambiato nome in quello attuale, perché quel concetto aveva destato le preoccupazioni e le proteste di politici e residenti. Si sa, le parole sono importanti, tanto per citare Moretti… Ma alla fine quello che più conta è che la struttura sorgerà e per la precisione andrà a sostituire l’ex mercato abusivo in via delle Cave di Pietralata, 91 B. Anche perché per l’Anno Santo, “Roma dev’esse’ ‘na cartolina”, come dicono in quel di Trastevere.
Cambiano i nomi e anche i finanziamenti
Non è solo la Casa delle Famiglie che assume un nome nuovo, ma pure l’Intervento giubilare, che era identificato come numero 58, ora è noto come numero 158, per la modifica del Dpcm dell’11 giugno. Tale intervento mantiene comunque la localizzazione, la struttura e la funzionalità. Cambia pure il finanziamento che da 5,2 milioni di euro, passa a 5,4 milioni, fondi per lo più destinati alle operazioni di bonifica.
Ci vorrà tempo
Se uno vuole che le cose siano fatte bene, deve mettere in conto che ci vorrà del tempo, no? E infatti la previsione di chiusura lavori che veniva indicata a fine anno 2024, è ora stimata per il secondo trimestre del 2025.
Chi ne godrà i benefici
La struttura ospiterà nove nuclei familiari in “sistemazione autonoma”, anche se non è chiaro in quale misura sarà compreso il numero dei componenti delle famiglie Si vuole offrire un luogo dove stare a quelle famiglie in difficoltà con e senza minori, che vengono da uno sfratto. O comunque, a nuclei familiari in temporaneo disagio.
Non piace alle opposizioni
La soluzione non piace alle forze di opposizione del IV Municipio che hanno contestato il progetto, per la ragione che prevedono l’arrivo di “20 senzatetto a Pietralata, a ridosso di molti luoghi sensibili”. E probabilmente avranno anche ragione ad esprimere perplessità, ma queste famiglie in disagio, da qualche parte dovranno pur andare. E anche se a nessuno piace avere “i poveri” sotto casa, non possiamo organizzare un charter per spedirli in qualche parte dove non “infastidiscano” i cittadini.
Foto generica tratta da materanews.net