“Quello della presenza in aumento dei cinghiali, del loro girovagare indisturbato soprattutto in questo periodo di Coronavirus, è diventato un vero flagello soprattutto per gli agricoltori, è tempo di prendere importanti e decisivi provvedimenti”, interviene così il Comandante delle Guardie zoofile dell’Accademia Kronos Armando Bruni, su una situazione che sta raggiungendo livelli di grave disagio, e rappresenterà una calamità maggiore nella fase post Coronavirus.
“Lo scorso novembre una stima di Coldiretti –commenta Bruni- indicava a 2 milioni i cinghiali in Italia, una popolazione più che raddoppiata negli ultimi dieci anni che in Appennino ha raggiunto un’incidenza di un esemplare ogni cinque abitanti. E sono sicuro che in questi 2 mesi dove gli ungulanti hanno notato la mancanza dell’uomo, la circolazione di auto, l’abbandono momentaneo dei terreni, gli stessi siano aumentati notevolmente, danneggiando colture, e provocando danni alla viabilità. Basta percorrere la Via Prenestina dal tratto che da Piglio, procede fino a Fiuggi attraversando Acuto, per vedere e fare attenzione agli smottamenti sul lato della montagna, che hanno creato delle vere e proprie frane con sassi e terra che si sono riversati in strada. Inoltre in piena campagna i vigneti di Vino Cesanese subiscono danni ed alla base di piante d’ulivo ci sono veri e propri tunnel. Oltre al danno economico immediato, c’è il rischio che le zone interne vengano abbandonate. Lo scorso febbraio, la Regione Umbria si è attivata con un primo importante passo in avanti per sostenere gli imprenditori agricoli. Infatti in caso di presenza di cinghiali sul terreno, l’agricoltore deve rivolgersi all’Atc (Ambito territoriale di caccia) competente, il quale avrà non più 48 ore, ma solo 4 ore, per poter intervenire; trascorso questo tempo l’agricoltore è autorizzato ad agire direttamente, sparando all’animale se munito di licenza di caccia, mantenendo ugualmente il diritto all’indennizzo dei danni causati. Anche la Regione Lazio dovrebbe intervenire allo stesso modo al riguardo. Chiediamo intanto al Sindaco di Piglio Mario Felli, tanto sensibile alla tutela del territorio, che fa sempre un vanto delle produzioni agricole di Piglio: Vino Cesanese ed olio, d’intervenire immediatamente in due modi: avviare tutte le procedure richieste affinchè si possa organizzare sul territorio una battuta di caccia straordinaria per l’abbattimento dei cinghiali (la cui carne verrà data in beneficienza), e che di seguito si attivi facendo leva verso i suoi referenti regionali affinchè si presenti una proposta di legge simile a quella della Regione Umbria. I cinghiali oltre a devastare campi, orti e produzioni agricole rappresentano una minaccia per l’uomo perché si stanno spingendo sempre più vicino le case, ed anche per la sicurezza stradale. Un problema annoso ma che sta assumendo proporzioni sempre più imponenti. L’Accademia Kronos –conclude Bruni- si fa portavoce di questa emergenza, auspichiamo che il Sindaco Felli risponda all’appello degli agricoltori, e che prenda posizione in base agli interventi urgenti e necessari da per fermare questo flagello”.