di Giorgio Alessandro Pacetti
San Giovanni Paolo II, un anno prima della sua scomparsa terrena, (2 Aprile 2005), aveva dato testimonianza vivente dei suoi legami con le bellezze naturali, scegliendo un angolo sconosciuto di Piglio, le pendici dei Monti Ernici, per pregare intensamente in una tenda e contemplare le bellezze della natura.
Sono passati già sedici anni, quando Karol Wojtyla, accompagnato dal segretario Arcivescovo, ora Cardinale di Cracovia, Stanislao Dzwisz, dal medico personale Renato Buzzonetti, dalla guardia del corpo Camillo Cibin e da un limitato gruppo di agenti di scorta, aveva lasciato la Città del Vaticano per raggiungere i prati di Santo Biagio, siti nel territorio di Piglio. Tale località dista appena due chilometri dal Santuario della Madonna del Monte, passaggio intermedio dei pellegrinaggi verso il Santuario della SS. Trinità e della Via Francigena.
Papa Vojtyla, in quella fetta suggestiva di verde di Santo Biagio-Laghetto, dopo aver pranzato con i suoi collaboratori e riposato in una tenda verde, quasi invisibile, in assoluta tranquillità, si era messo a pregare mentre tutta la zona circostante era stata presidiata da pattuglie di poliziotti che ne avevano impedito l’accesso alle autorità e ai curiosi accorsi sul posto in moltitudine dopo che si era diffusa la notizia della presenza del Papa a Piglio.
Da quel giorno 15 Aprile 2004 il luogo è stato ed è tuttora meta di pellegrini e visitatori grazie alla fama di una grande Papa, amato da tutti specialmente dai giovani di tutto il mondo.
Per la cronaca, oltre a dare i natali a Benedetto de Pileo, umanista del sec. XV e a custodire le spoglie del Beato Andrea Conti, ideatore del I° Giubileo del 1300, la ridente cittadina di Piglio è stata visitata nel passato da illustri personaggi religiosi e precisamente: da San Francesco di Assisi, da San Massimiliano Kolbe, amico fraterno del Venerabile P. Quirico Pignalberi, da Mons. Montini (Paolo VI), venuto a Piglio per inaugurare la Cappellina in loc. Lapillo dedicata a Papa Pio XII, dal Cardinale Tonini, ed infine da San Giovanni Paolo II.
Un po’ di storia:
Tutto è incominciato nel 2005, ad un anno dell’ultima venuta a Piglio di Giovanni Paolo II (15 Aprile 2004), quando la civica amministrazione, con una delibera di giunta, aveva deciso di installare una stele sui prati di Santo Biagio per ricordare ai posteri lo storico evento.
Giorgio Alessandro Pacetti nel fare una passeggiata sui prati di Santo Biagio nel Maggio 2010, della stele non c’era traccia e come al solito il progetto ideato dalla ex giunta Gabrieli era rimasto nel cassetto o nella mente degli ex amministratori.
Pacetti, non si perse di animo e subito scrisse una lettera che venne poi pubblicata il 18 Maggio 2010 dal quotidiano regionale “Ciociaria Oggi” dal titolo “La stele per papa Wojtyla è rimasta solo sulla carta”. Pacetti con la lettera faceva appello alla giunta capeggiata dal dott. Tommaso Cittadini, di ritrovare la delibera e il progetto della stele. L’iniziativa, diceva Pacetti, sarebbe altamente positiva anche in vista della beatificazione di Wojtyla, il Papa amato da tutti specialmente dai giovani di tutto il Mondo.
L’amara segnalazione di Pacetti venne subito recepita dalla civica amministrazione insieme a don Gianni e a padre Mario, rispettivamente parroci, il primo della Collegiata Santa Maria Assunta di Piglio, e, il secondo, della Beata Vergine ‘Refugium Peccatorum’ degli Altipiani di Arcinazzo, i quali, da subito, si diedero da fare ed ora a distanza di nove anni sono state installate: una statua, due Stele e una Via Crucis in ferro battuto, dalle dimensioni 3 metri x3, posizionate sempre lungo il Cammino contemplativo di Karol Wojtyla, grazie alle generose offerte della popolazione facente parte del circondano di Piglio, degli Altipiani di Arcinazzo, di Trevi nel Lazio, di Jenne e di Arcinazzo Romano.
Il caratteristico laghetto dell’Inzuglio, la statua di S. Giovanni Paolo Il, la cappellina della Santissima Trinità, il Santuario della Madonna del Monte, il Cammino contemplativo, il percorso delle quindici stazioni della “Via Crucis”, hanno dato un forte richiamo alla meditazione ed alla preghiera.
Karol Wojtyla, venuto più volte a passeggiare di nascosto in questa zona, ci ha lasciato con il ricordo della sua presenza la testimonianza di come la sintonia tra cammino interiore ed esteriore possa elevare l’uomo a Dio e farne una persona matura e felice.