di Giorgio Alessandro Pacetti
PIGLIO: Con la concelebrazione della Santa Messa nella cappella del sacro Cuore è terminata la settimana di preghiera in ricordo del Venerabile Padre Quirico Pignalberi.
La concelebrazione della Santa Messa, officiata dai don Primo e don Pietro parroci rispettivamente di Serrone e di La Forma, preceduta dalla recita del Santo Rosario e a seguire dall’Adorazione Eucaristica, si è tenuta nella cappella del Sacro Cuore in Piglio dove riposano le spoglie del Venerabile P. Quirico, ed ha concluso la settimana di preghiera iniziata sabato 11 Luglio (giorno della nascita del P. Quirico) e terminata Domenica 19 Luglio in ricordo del 38°Anniversario della nascita in cielo del Venerabile P. Quirico Pignalberi OFM Conv. figlio prediletto di La Forma-Serrone.
La settimana di preghiera ha coinvolto tutta la comunità pigliese:
ogni giorno da sabato 11 a venerdì 17 luglio alle ore 17,00 presso la cappellina del Sacro Cuore si è recitato il Santo Rosario molto caro al P. Quirico, che spesso lo assegnava come penitenza a chi si avvicinava al confessionale e alle ore 21,00, invece, c’è stata, da parte delle famiglie di Piglio, la recita del Santo Rosario nelle proprie abitazioni.
Sabato 18 Luglio alle ore 17,00 dopo la recita del Santo Rosario presso la chiesa di San Lorenzo a Piglio è seguita la concelebrazione della Santa Messa officiata da P. Angelo Di Giorgio, da P. Domenico Mazzucchi e dal diacono frate Lazzaro alla quale hanno partecipato i militi dell’Immacolata del “Gruppo Venerabile Padre Quirico Pignalberi”, la Fraternità O.F.S. “Beato Andrea Conti” e i devoti del Venerabile.
“Questa solenne concelebrazione, a detta del P. Angelo Di Giorgio, vuole ravvivare ai parenti, agli amici e ai conoscenti tutti, la coscienza e la straordinaria testimonianza resa dal P. Quirico, del cui passaggio restano significative tracce di devozione in diversi luoghi dove è stato. La sua memoria, conclude P. Angelo, rimanga non solo in benedizione, ma sia per tutti noi un pressante invito per seguire le sue orme”.
Si raccontano di P. Quirico fenomeni straordinari che vanno dalla bilocazione, alle guarigioni, dalle grazie alle visioni, ad aiuti in momenti di pericolo.
Il P. Quirico dall’apparenza debole, dall’abito dimesso, e dall’intensa orazione seppe lasciare dietro di sé una scia di pace e di bene.
Molti ancora oggi ricordano la sua opera svolta in occasione della “Guerra al prete” che afflisse per diverso tempo il paese di Trevi nel Lazio. P. Quirico fu grande “Maestro” di spirito: ancora oggi la maggior parte dei religiosi francescani del Lazio hanno ricevuto da Lui la prima formazione nell’anno di noviziato.
Padre Quirico fu anche scrittore. Un inventario delle sue opere steso dopo la sua scomparsa (18 luglio 1982) enumera decine di quaderni e foglietti tra le cui righe emerge profonda dottrina teologica e una parte di questa produzione è ancora in via di pubblicazione.
Il Venerabile P. Quirico, che ha visto chiudersi il processo Diocesano per la causa di canonizzazione il 1° Luglio 2005, a motivo della sua fama di santità, è quindi uno dei Beati “in anticamera” facenti parte della diocesi di Anagni-Alatri.
Grazie alla presenza del P. Quirico, Piglio ospitò tra le sue mura, nel lontano 1937, San Massimiliano Kolbe confondatore con il P. Quirico della Milizia dell’Immacolata che conta numerosi iscritti nelle nostre contrade ciociare.
Il R.mo Padre Generale Lanfranco Serrini che presenziò il 30 Marzo 1985 la funzione della traslazione della salma dal cimitero del Serrone alla Cappellina del Sacro Cuore di Piglio, così presentava la fisionomia spirituale del P. Quirico:
“Egli con la vita ascetica ci ha lasciato un esempio che certamente può anche impressionarci e impaurirci”.
Potrà anche meravigliarci e spaventarci la durezza e la costanza della mortificazione, i digiuni e le discipline anche a sangue ma sono il suo stile di agganciarsi a vivere l’imitazione dei misteri della vita di Cristo.
Egli con la vita ascetica di aspirazione verso la santità ci ha dato anche il senso di una grande misericordia dell’amore infinito di Dio, dell’abbandono generoso nelle braccia della Madre Immacolata, di sentire il tesoro profondo della grazia, della nostalgia del cielo, il richiamo di quel Dio che è in noi e che vuole manifestarsi in continuità.
Queste erano le realtà vere, concrete per le quali sentiva un amore profondissimo del Cristo e della Vergine Santissima”.
Non solo: nella lettera all’Ordine del 1987 P. Serrini scrisse: “L’imitazione di Cristo porta alla identificazione in lui attraverso una lenta ma progressiva crescita sulla via che egli ci ha lasciato”.
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