«Bisognerà impegnare i gioielli di famiglia per rimettere in piedi l’Italia, quando l’emergenza sarà finita». questo quanto dice Luigi Zanda, tesoriere del PD, e Senatore, in una intervista a Repubblica nella quale propone di usare palazzo Montecitorio e Palazzo Chigi «come garanzia per finanziare la ricostruzione. Oggi l’intera classe dirigente nazionale, a partire da governo e Parlamento, ha due priorità assolute: la prima è la lotta senza quartiere alla pandemia del coronavirus; la seconda è il dopo, quando ricominceremo a vivere. Un dopo che va pensato e ben progettato perché durerà a lungo e sarà molto duro, avrà cioè una gestione assai più difficile di quanto oggi si immagini». Secondo Zanda per ripartire serviranno «idee nuove, molto coraggio e tanti tanti soldi, poiché occorrerà aiutare la ripresa sia del piccolo commercio sia della grande industria».
Zanda sottolinea si tratta di garanzia e non di vendita, si tratterebbe di un valore di circa 60 miliardi, ma non solo, sempre secondo il tesoriere, si potrebbero dare in pegno anche i beni degli enti locali e delle regioni che “secondo alcuni” raggiungono il valore di 300 miliardi; un altro pensiero va verso il demanio non strategico militare, anch’esso potrebbe concorrere al grande sforzo che il Paese chiede ai governanti.
Arriva subito su una diretta facebook il dissenso di Salvini, che come sua abitudine e senza mezzi termini dice: «Si legge sui giornali che il tesoriere del Pd, il senatore Zanda, oggi ha proposto di mettere i monumenti, i palazzi, i porti e gli aeroporti a garanzia di quello che ci spetta dall’Europa: no. Qualcuno pensa di farci fare la fine della Grecia, no».
L’ex vicepremier butta le mani avanti e parla anche delle riserve auree Nazionali, e concludendo dice: « Nessuno si sogni di mettere in discussione le riserve auree italiane. E’ al Senato una proposta di legge della Lega che riconferma che quell’oro è di proprietà dell’Italia e quindi dei cittadini. Qualcuno potrebbe pensare che è dei privati, di Banca d’Italia, no: è la terza riserva aurea del mondo ed è in deposito. E’ degli italiani»
Nella Lega a dissentire non è solo Salvini, anche i senatori Centinaio e Ripamonti si aggregano a Salvini e dichiarano:
Centinaio: «Nell’intervista di oggi a Repubblica del senatore Luigi Zanda si paventa l’idea di dare in garanzia porti e spiagge italiane come soluzione per scongiurare la Troika e sostenere la crisi economica. Ennesima buffonata alla Totò e Peppino di un governo incapace a trovare delle soluzioni, nonostante gli appelli alla collaborazione che restano solo parole sulla carta. Al Pd, che vuole far pagare le proprie colpe ai balneari italiani, come d’abitudine per la sinistra italiana, ricordiamo che le nostre spiagge sono un bene inestimabile».
Ripamonti: «Le dichiarazioni del senatore Pd Zanda sono davvero preoccupanti. Arrivare a ipotizzare di dare in pegno spiagge, porti e aeroporti per ottenere dei prestiti e liquidità necessari al Paese significa svenderci. Includere nella lista dei beni statali da mettere a garanzia con le banche anche le spiagge significherebbe fare peggio di quanto l’Europa non abbia già fatto con la folle direttiva Bolkestein».