Possibile riforma degli scaglioni Irpef e aliquota personalizzata: ecco cosa valuta Gualtieri

Roberto Gualtieri - cassa integrazione

Sui banchi del Ministero dell’Economia ci sarebbe ora l’idea di una nuova riforma degli scaglioni Irpef in vista del prossimo anno. Un piano che era già stato anticipato dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, con l’idea di introdurre la rimodulazione delle aliquote con la legge di Bilancio 2021.

ISCRIVITI AL GRUPPO FACEBOOK PER RESTARE SEMPRE AGGIORNATO

LEGGI ANCHE – Bonus busta paga – Aumento di 100 euro ad agosto e taglio cuneo fiscale

Il piano formulato dal Men prevede la riduzione degli scaglioni dagli attuali 5 a 4, così da portare a un taglio delle tasse come misura di sostegno per famiglie e imprese colpite dall’emergenza sanitaria: una vera e propria riformulazione dell’attuale sistema di tassazione basato sull’imposta del reddito delle persone fisiche. La riforma, però, potrebbe avvenire solo il prossimo anno, a conclusione del lavoro dei tavoli tecnici al Ministero, con effetti a partire dal 2022.

Per realizzare questa riforma, sottolinea QuiFinanza, “l’idea del Tesoro sarebbe quella di intervenire sulle aliquote centralidel 38%, quella prevista per redditi annui tra 28mila e 55mila euro, e del 41% per redditi tra i 55mila e i 75mil euro. Le due aliquote sarebbero confluirebbero in una sola al 36%.”

LEGGI ANCHE – Pensioni, ecco come cambiano gli assegni per agosto

Resta da valutare tuttavia anche un’altra ipotesi di riforma Irpef, che seguirebbe il modello tedesco, dove il sistema di tassazione funziona attraverso quattro scaglioni e una maxi aliquota variabile che cresce in processione con il reddito nella fascia in cui si concentrano la maggior parte dei contribuenti. Questa struttura prevede inoltre una soglia di reddito esente da imposte, una no tax area fissata a 9mila euro.

In Italia, tale sistema potrebbe essere declinato in una sola aliquota personalizzata, che sarebbe da calcolare attraverso un algoritmo che assegnerebbe in automatico ad ogni contribuente l’aliquota corrispondente a seconda del reddito imponibile e della categoria di appartenenza.

Il meccanismo dovrebbe diventare iperprogressivo al crescere del reddito, con un tetto al 43%, l’attuale aliquota massima. Questa soluzione consentirebbe anche di evitare il problema principale del sistema attuale: il salto di aliquota con straordinari o aumenti contrattuali o il problema delle detrazioni decrescenti in presenza di aliquote crescenti al salire del reddito.” sottolinea ancora QuiFinanza.

Recent Posts